Euro: venti anni di depressione (1992-2012)

Giuseppe Guarino è una delle menti italiane più lucide. E’ la dimostrazione assoluta del fatto che il giovanilismo sia una idiozia e, per certi versi, una malattia. L’antiunionismo si insinuò nella mia testa quando lessi un suo libro del 1998. Sebbene la sua proposta politica non coincida con quella svolta da oltre tre anni su questo blog e riassunta nel Documento di Analisi e Proposte dell’Associazione Riconquistare la Sovranità, l’analisi che svolge è singolarmente profonda e completa. Perciò il saggio che pubblichiamo deve essere letto, con calma e con la massima attenzione. Direi che deve essere studiato (SD’A ). Fonte Appello al Popolo

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Euro: venti anni di depressione (1992-2012)

di Giuseppe Guarino

1. La media di crescita del PIL nei quattro decenni dal 1950 al 1990 è stata rispettivamente del 3.86% per la Francia, del 4.05% per la Germania, del 4.36% per l’Italia. Quella degli USA negli stessi decenni del 3.45%. (I dati del periodo anteriore al 1991 costituiscono elaborazioni su dati Maddison. I dati 1991-2000 e 2001-2010 sono quelli del F.M.I. riprodotti in Economic Report del Presidente degli Stati Uniti, 2010).

La popolazione dei tre Paesi europei (per la Germania si deve tenere conto della sola Repubblica Federale di Germania) era all’epoca di circa 180 milioni di abitanti. Un po’ meno dei due terzi di quella degli USA. Gli USA dal termine del conflitto mondiale erano incontestabilmente la maggiore potenza non solo politica e militare, ma anche economica nel mondo. I tre Paesi, i maggiori dell’Europa continentale, nel quarantennio l’avevano superata nello sviluppo, collocandosi ai primi posti, singolarmente e come gruppo, tra i Paesi democratici occidentali.

 Continua:-democraziacristiana.it/allnews/35/euro20anniprofguarino.pdf

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2 risposte

  1. Dante Armani ha detto:

    Solo una delucidazione: si tratta dell’ex-Ministro delle Finanze oggi novantenne???

    • stefanodandrea ha detto:

      Si. Io peraltro non condivido la proposta interpretativa sull’euro. Però le cose che dice sul Fiscal compact sono molto interessanti e fino ad ora nessuno le aveva osservate.

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