L'ARS, la sinistra, il centro e la destra

Sulla pagina facebook “Fuori da questa Unione Europea” è stato pubblicato il seguente post: “L’ARS è un movimento assolutamente di sinistra, che si finge bipartisan, e che non ha nulla dell’associazione che possa rivolgersi a tutti i sovranisti italiani. Non prenderà mezzo voto anche per questo motivo. Meglio i Barnard ed i Bagnai, che si sono sempre dichiarati di sinistra, o questa pagina, che si è sempre dichiarata di destra, piuttosto che simili ipocriti furbetti. Non condividero’ più nulla di questo movimento dopo aver letto con più attenzione certi loro post”.

Siccome reputiamo che la qualifica di “ipocriti furbetti” sia falsa, perché è falsa la premessa che noi ci “fingeremmo bipartisan” e siccome la posizione dell’ARS è assolutamente limpida e costruita sulla base di discussioni, ragionamenti ed esperienze, con questa nota rispondiamo al gestore della pagina “Fuori da questa Unione Europea”.

L’ARS non è bipartisan e non si finge bipartisan. E se giudicata assumendo come criteri la sinistra, il centro e la destra degli ultimi venti anni, non è né di sinistra, né di destra, né di centro. L’ARS cerca di costruire una LINEA NUOVA, che deve essere accettata integralmente dai militanti dell’ARS, anche se essi la condividano soltanto all’80%.

Esponiamo le caratteristiche dell’ARS per punti.

1)

L’ARS ha elaborato quattro documenti: i) il documento di analisi e proposte; ii) il documento sulla repressione finanziaria e il sistema finanziario nazionale; iii) il documento su lavoro e previdenza sociale; iv) il documento sulla scuola. Se l’ARS sia di destra, di sinistra o di centro, ciascuno lo può giudicare da ciò che è scritto in quei documenti. Tutto il resto ha molto meno rilievo e al più sono spunti per dibattiti e idee.

2)

L’ARS non si autoqualifica: ciascuno la qualifica come vuole, adottando i criteri che fa propri; ma ciascuno deve qualificarla in base a quei quattro documenti, non in base ad altro. L’ARS non si autoqualifica di sinistra, di centro, di destra o per il superamento della distinzione destra sinistra.

3)

Il patrottismo o nazionalismo dell’ARS è di tipo volontaristico e quindi costituzionale e non etnico-naturalistico. Se basta questo per qualificare di sinistra un patriottismo, allora se ne traggano le conseguenze.

4)

L’ARS non prende posizione sui diritti civili, materia nella quale si riscontrano nell’ARS opinioni anche molto differenti tra i diversi soci e simpatizzanti. L’ARS cerca di sottrarsi al bipolarismo che certe tendenze dominanti cercano di inoculare nel popolo italiano. Ciò ha fatto sì che entrassero nell’ARS anche persone che provengono dal centro (parecchie) o dalla destra (alcune, molto brave e stimate. Ripetiamo: CHE PROVENGONO). In questo senso l’ARS si oppone radicalmente alla “sinistra” radical-negriana-rifondarol-vendoliana, ossia alla sinistra degli ultimi venti anni.

5)

L’ARS avversa tutti i gruppi che si dichiarino antidemocratici (e ve ne sono a destra e a sinistra) o razzisti (ve ne sono solo a destra).

6)

Il carattere essenzialmente volontaristico del patriottismo o nazionalismo dell’ARS non esclude la rilevanza dell’elemento naturalistico, inteso però come storico-linguistico-culturale (ogni dottrina si caratterizza per la prevalenza di un elemento sull’altro, non per l’esclusivo rilievo di uno o altro elemento). Perciò l’ARS non qualifica ingenuamente come razzisti tutti coloro che avvertono un sentimento identitario o anche semplicemente svolgono un’analisi fondata sul presupposto delle difficoltà, anche enormi, di integrazione degli stranieri o di alcuni di essi. Nonostante ciò l’ARS ha atteggiamento sospettoso nei confronti dell’esasperato identitarismo di quelle persone che sembrano angosciate dalla (reputata) invasione straniera al punto da avere un chiodo fisso o quasi. Di per sé non è razzismo ma questa angoscia ci appare patologica e segno di squilibrio e quindi sospetta.

7)

L’ARS crede che l’Italia abbia necessità assoluta di una nuova classe dirigente e perciò nutre una sfiducia totale nei confronti di tutti i politici, di destra, di centro o di sinistra, che hanno governato il paese in questo secondo ventennio. Cominceranno a declamare “fuori dall’euro”, soprattutto nel centro-destra, ma non vanno seguiti. Vanno sostituiti.

8)

L’ARS crede che si debba guardare a tutta la storia d’Italia, andando alla ricerca degli istituti che hanno caratterizzato il nostro passato. L’ARS crede che si debba trarre da ogni periodo storico il meglio che esso produsse, senza che il ripudio della monarchia o del fascismo o dell’egemonia comunista durante la resistenza o del cattolicesimo democratico travolga anche i tratti positivi, più o meno ampi, di ogni periodo storico. Per esempio, nel campo della disciplina della finanza, l’ARS riconosce che dalla seconda metà degli anni venti, furono emanate discipline eccellenti e fondamentali, mantenute, sia pure con attenuazioni, durante la prima Repubblica.

Nelle linee essenziali, quella descritta è l’ARS. Gli affetti dalla sindrome bipolare trovano difficoltà a qualificare l’ARS con i due schemini che il mainstream ha ad essi consegnato: sinistra/destra. La verità è che l’ARS è complessa e cerca di proporre una linea nuova. All’ARS non interessano i cittadini di sinistra, di centro o di destra. Interessano i cittadini CHE PROVENGONO da sinistra, dal centro o da destra e che VENGONO nell’ARS.

In ultima analisi, facciamo anche notare come l’atteggiamento di fomentare divisioni fra italiani sulla base di puro puntiglio e divergenze locali é esattamente l’atteggiamento utilizzato dai francesi prima dell’unificazione nazionale per tenerci separati…e SCHIAVI.

Stefano D’Andrea – Presidente dell’ARS
altri firmatari: Mattia Corsini, Gianluigi Leone, Andrea Franceschelli, Lorenzo D’Onofrio, Benedetto Orlandi

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2 risposte

  1. Giampiero Marano ha detto:

    Più chiari di così si muore. Condivido in toto.

  2. Durga ha detto:

    Nel complesso sono d'accordo. Pero' vorrei puntualizzare che l'angoscia di tante persone di fronte all'immigrazione-invasione straniera puo' diventare patologica e quindi sbagliata e trasformarsi in razzismo. Personalmente conosco alcuni immigrati da Paesi extraeuropei degni di rispetto e simpatia. Pero' la preoccupazione per questo problema e' legittima, perche' il fenomeno puo' diventare ingestibile.

    Sono anche d'accordo che non basta dire "fuori dall'Euro" (il problema e' piu' complesso) e che si cerca di creare divisioni appena appare un movimento sovranista; spero che l'ARS non cada in tali trappole.

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