LA VITTORIA E LA SCONFITTA DEI SOVRANISTI
Mi sembra che non tutti i bravi divulgatori di area sovranista abbiano ben chiara la realtà dello scontro in atto.
Se la lotta è politica, allora la vittoria o la sconfitta saranno politiche, non meramente economiche. Non è il numero di soldati e di civili morti il criterio per stabilire quale parte ha vinto una guerra, altrimenti dovremmo sostenere che gli Stati Uniti hanno vinto in Vietnam e l’URSS in Afghanistan. Allo steso modo, non saranno la gravità delle perdite economiche che subiremo, sia a livello personale sia a livello nazionale, l’entità della emigrazione che avremo e l’abbassamento della vita media che registreremo gli indici della vittoria o della sconfitta sovranista. Può dispiacere ma le cose stanno così.
La vittoria è l’emersione di nuovi grandi partiti, destinati a divenire partiti grandi, partiti patriottici decisi ad attuare la Costituzione economica e a promuovere una linea di indipendenza politica, culturale, economica e militare. La guerra dunque è tutta INTERNA e concettualmente si compone di due fasi: la fase della formazione ed emersione di quei partiti e la fase di diffusione nel Popolo di coscienza e volontà, diffusione resa possibile dalla emersione di nuovi partiti sovranisti. Con la diffusione della coscienza e della volontà i grandi partiti che saranno nati diveranno partiti grandi.
La battaglia politica sovranista è dunque almeno decennale. Il risveglio è il primo obiettivo o vittoria di fase. La vittoria finale arriverà se nei prossimi dieci anni militeremo e saremo bravi (noi sovranisti, non certo le forze politiche esistenti). La sconfitta invece la subiremo se non avremo forze e capacità di far emergere grandi partiti sovranisti.