Lo spirito del Fronte Sovranista, bilancio di una militanza

Il 2016 in arrivo sarà un anno molto difficile per il Paese. Il nostro impegno crescerà ancora e daremo vita al Partito Sovranista (FSI – Fronte Sovranista Italiano) per la cui costituzione è nata l’ARS – Associazione Riconquistare la Sovranità.

Vogliamo salutare questa transizione verso una fase che sarà per noi decisiva, pubblicando il bilancio dei primi 3 anni di militanza che Lorenzo D’Onofrio, socio dell’ARS di Pescara e membro del direttivo nazionale, dedicò un mese fa agli altri soci, augurandoci che possa essere di aiuto alla comprensione dello spirito che anima il nostro progetto e di stimolo per quanti stanno valutando la possibilità di iniziare a farne parte.


di Lorenzo D’Onofrio (ARS Pescara)

3 ANNI DI ARS: UN BILANCIO CHE VOGLIO CONDIVIDERE CON VOI

Tre anni fa si teneva la prima presentazione ufficiale della sezione pescarese dell’ARS, appuntamento che mi ha cambiato la vita e che credo abbia costituito (cosa che ho intuito molto tempo dopo) una tappa fondamentale nell’evoluzione del progetto sovranista.

Organizzatori dell’evento il sottoscritto, Andrea Franceschelli, Gianluca Baldini e Giovanni Muzii: un successone, sala piena e tanto entusiasmo per noi appena arrivati, ma anche per gli altri soci.

Entrare nell’ARS fu per noi 4 “Pescara Boys” (come ci definimmo per cazzeggio) una scelta maturata dopo mesi di riflessione: non è semplice credere in un progetto così epocale e il presidente, diciamocelo chiaramente, non è un tipo facile da digerire (Stefano si scherza). Da oltre un anno girovagavamo in rete e fra convegni della MMT, esperienza che ci aveva dato l’occasione di conoscerci, nel caso di Gianluca e Giovanni, o di approfondire un’amicizia già consolidata, nel caso di Andrea con cui siamo entrati da amici per diventare fratelli.

Scegliemmo quindi l’ARS come nostra casa e partimmo a mille, dando il massimo per la riuscita della nostra prima presentazione… e fu subito un successo.

Presto, tuttavia, ci rendemmo conto che le speranze generate da una tal partenza erano effimere e che avremmo dovuto ridimensionare le aspettative, confrontandoci con le piaghe che impediscono il riscatto del consumatore globalista: l’individualismo e il terrore della militanza politica.

Fu la prima maturazione: il lavoro vero andava fatto sottobanco, pazientemente, mettendo ogni giorno un piccolo mattone sopra un altro piccolo mattone, stringendo i denti fra le mille difficoltà quotidiane, senza esaltarci per i risultati ottenuti e senza demoralizzarci per i passi falsi, le fregature (ricorderemo per sempre la prima trasferta per parlare a 3 persone, con annessa grandinata) e gli abbandoni, eclatanti o silenziosi.

Capimmo ed accettammo che la portata del nostro impegno si sarebbe collocata in una dimensione storica e che quella con l’ARS sarebbe stata per noi una seconda vita, un secondo lavoro di importanza pari o superiore a quello che, fra mille difficoltà, tutti noi cerchiamo di portare avanti per campare.

Quel lavoro paziente l’abbiamo fatto, abbiamo incontrato parecchi compagni, alcuni li abbiamo persi per strada (magari torneranno), altri ne incontreremo, c’è chi vive per questa missione, chi riesce a dare un apporto minimo, ma oggi la sezione pescarese dell’ARS ha la sua solida base di militanti, pronta a misurarsi con impegni sempre più stimolanti.

Siamo cresciuti davvero tanto, individualmente e collettivamente, abbiamo studiato, abbiamo maturato una coscienza politica che in molti non avevamo, abbiamo fatto cose che non pensavamo di essere in grado di fare, abbiamo ucciso i nostri idoli, smettendo di essere spettatori per schierarci in prima linea.

Siamo consapevoli di aver compiuto solo una piccolissima parte del nostro percorso, ma la fiducia nel progetto aumenta costantemente e percepiamo un crescente riconoscimento del valore del nostro impegno. A chi ci circonda abbiamo raccontato, con anni di anticipo, una realtà con cui sta purtroppo imparando a misurarsi, ma abbiamo prospettato anche una via d’uscita, lunga e faticosa certamente, ma l’unica realistica.

Senza vendere sogni ci siamo limitati a spiegare che la riconquista dei nostri diritti e delle nostre vite dipenderà solo ed esclusivamente da quanto saremo disposti a militare per riprenderci la nostra Costituzione, da quanto saremo partigiani: abbiamo sfidato il marketing, il nostro messaggio spaventa, impegna, delude chi vuole soluzioni immediate. Così facendo abbiamo tuttavia selezionato e stiamo selezionando i MIGLIORI!

Dovremo stare insieme per molto tempo, dovremo conoscerci, apprezzarci, sopportarci, diventare amici fraterni e litigare, ma le prossime generazioni si ricorderanno di NOI.

CI LIBEREREMO!

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