Il programma dell’ARS per il 2014 e un appello ai sovranisti che ci seguono
L’anno che sta per finire è stato un anno importante per la prospettiva sovranista in generale e per l’ARS in particolare.
I neologismi “sovranismo” e “sovranisti” sono usciti dalla rete e sono stati accolti anche in un articolo de “Il Mondo”: “Sovranisti o globalisti questo è il problema”. L’Associazione Riconquistare la Sovranità crede di aver contribuito non poco a diffondere, difendere e spiegare la ragione dei due neologismi e ne è orgogliosa.
Che cosa ha costruito l’ARS nel 2013? Non poco e comunque tutto ciò che era nelle nostre possibilità.
Il sito Appello al Popolo è da quasi un paio di mesi curato da una trentina di validissimi collaboratori e riesce a pubblicare ogni giorno un articolo, divulgativo, interessante, divertente o profondo. Appello al Popolo, dopo essere stato trascurato per oltre un anno – avevamo bisogno di avviare la pagina facebook e il sito dell’ARS e di trovare un numero rilevante di validi collaboratori – è dunque ri-partito, anzi è finalmente quell'”Organo del partito che non c’è” al quale alludeva il sotto-titolo fin dal 2 giugno 2009. I visitatori aumentano di settimana in settimana.
Il sito dell’ARS ha una funzione diversa. Esso pubblica alcuni contributi originali e altri li trae da Appello al Popolo o da altri siti. Tuttavia la funzione è principalmente quella di mostrare le attività che l’ARS svolge fuori dalla rete: eventi, riunioni, incontri, delibere del comitato direttivo, approvazione di documenti ufficiali, volantini che i militanti distribuiscono.
La pagina facebook dell’ARS si è rivelata il principale strumento di aggregazione e di diffusione delle nostre analisi e proposte. Pressoché tutti i nuovi militanti venuti dalla rete di internet ci hanno scoperto grazie alla pagina facebook.
Fuori dalla rete abbiamo organizzato una cinquantina di eventi, incontri e riunioni aperte al pubblico; decine di altre riunioni si sono svolte fra amici e conoscenti. Molti associati, che nella loro città erano gli unici soci e non potevano militare, hanno ora uno, due, tre e talvolta dieci associati concittadini assieme ai quali potranno svolgere iniziative di vario genere. In Calabria, in Campania e in Sicilia, regioni nelle quali non riuscivamo a partire, si sono smosse le acque e adesso abbiamo validi soci che hanno in programma alcune iniziative.
Complessivamente la macchina che abbiamo costruito si sta muovendo: soltanto nei primi 24 giorni di dicembre abbiamo avuto 23 nuove iscrizioni pervenute attraverso la rubrica “per aderire” presente nel sito dell’ARS. La qualità complessiva dei militanti è eccellente al punto da farci credere che pressoché ogni socio riuscirà a creare nella sua città o cittadina un gruppo, più o meno ampio, di associati.
Ringraziamo perciò il 2013 per ciò che ha portato ai sovranisti e all’ARS in particolare e veniamo al 2014.
Cosa dobbiamo fare nel 2014?
Giova ricordare qual è lo scopo sociale dell’ARS.
Un soggetto politico è una associazione (si chiami movimento o partito o fronte è indifferente) composta da un sufficiente numero di associati, da una organizzazione e da idee (analisi e proposte).
Noi ci siamo posti l’obiettivo di costruire questo soggetto politico. Anzi abbiamo dichiarato, umilmente, che ciò che intendiamo costruire è una frazione di una futura alleanza sovranista.
Per aggregare avevamo bisogno di idee: analisi e proposte. Da lì perciò siamo partiti.
Poi ci siamo dati una organizzazione, che, oltre alla normale gestione, ha un fine specifico: costruire il soggetto collettivo, ossia aggregare quel sufficiente numero di persone senza il quale un partito o movimento non può dirsi esistente nella realtà.
Qual è questo numero sufficiente di persone? Quante persone dobbiamo aggregare per poter affermare che esistiamo?
Sono le persone necessarie a compiere una valida azione politica. Si tratta del numero di associati: 1) idoneo a mobilitare alcune decine di migliaia di persone come è accaduto il 9 dicembre; 2) ma altresì capace di progettare una protesta o sollevazione che duri alcuni mesi e cresca col trascorrere di quei sei mesi; 3) che sia composto da uomini e donne che, nelle varie città in cui saremo presenti, sappiano conquistarsi la fiducia delle persone che partecipano alla sollevazione.
Quella che ho sintetizzato nei tre punti sarà probabilmente la prima azione politica che l’ARS – ma può darsi, anzi è probabile, che il nome sarà diverso: l’ARS è l’associazione che ha per scopo la creazione di un soggetto politico sovranista – compirà quando sarà venuta ad esistenza, ossia quando avrà aggregato il numero di persone sufficienti a porre in essere l’azione.
Fino a quando quel numero di persone non sarà stato aggregato, l’ARS (o il futuro partito o movimento) non può agire, perché non esiste ancora come soggetto politico collettivo nella vita reale. Fino ad allora agiscono i militanti e agiscono per aggregare nuovi soci. L’azione che svolgiamo è di invitare alla militanza, una militanza che per ora non si sostanzia nell’azione politica del soggetto collettivo, che ancora non esiste, bensì nell’azione volta a creare il soggetto.
Nel 2014, pertanto, l’ARS non compirà l’azione politica: non rivolgerà l’offerta politica al pubblico (ossia alla domanda). Ancora per un anno gli associati dovranno lavorare per costruire l’offerta politica che ancora non esiste.
Avevamo calcolato circa un anno e mezzo fa che avremmo impiegato tre anni a raggiungere il numero di associati necessario a compiere la prima azione – che però sarà un’azione che inizia un progetto di sollevazione e non qualcosa di estemporaneo e confuso, destinato a spegnersi, come è accaduto all’azione degli organizzatori del movimento del 9 dicembre. Abbiamo davanti ancora un anno e mezzo (il tempo che ci eravamo dati scadrà nell’assemblea del giugno 2015). Per ora il ritmo delle adesioni ci soddisfa, sebbene, come è normale, in alcune regioni le cose vadano meglio e in altre più a rilento. Ancora di più siamo contenti della qualità dei militanti, qualità che ci fa credere che moltissimi di loro creeranno il gruppetto cittadino che è necessario costituire.
I fondatori sono pochi. Questo vale in tutti i campi della vita. Così come sono pochi i pazienti, ossia i forti. Il consumatore è impaziente (le carte di credito furono lanciate in Inghilterra con lo slogan “togli l’attesa ai desideri”) e questa è la ragione per la quale tante persone non sanno nemmeno immaginare di partecipare a un progetto che ha una prima fase destinata a durare tre anni. Ma ora – trascorsi 18 mesi – molti hanno visto che abbiamo organizzato complessivamente una cinquantina di incontri cittadini (e altri si svolgono tra amici in privato), sicché anche coloro che per carattere non si lanciano all’avventura ma ponderano le proprie scelte stanno cominciando ad iscriversi. Pressoché ogni socio ha ormai amici e conoscenti che ci seguono, ci sono vicini e magari stanno per associarsi. E’ agevole capire come, proprio per la natura del nostro progetto, quelli che stanno entrando sono “i migliori” (tra coloro che ci conoscono, ovviamente), ossia persone pazienti e che hanno fede.
Quando un movimento politico esiste, nel mondo mediatico nel quale viviamo è abbastanza semplice farlo conoscere al pubblico: i media sono stupidi e, se ci sai fare, li attiri agevolmente. Quante persone conoscevano Calvani prima del 9 dicembre e quante lo conoscono oggi? Che poi Calvani non abbia la capacità di far lievitare il movimento che ha concorso a creare, questo dipende da sue qualità personali. Noi crediamo che in analoga situazione avremmo le capacità che a lui mancano. Il compito che ora abbiamo davanti e che dovremo svolgere nel 2014, dunque, non è di rivolgere un’offerta politica al pubblico, ossia alla domanda. Il compito è di continuare costruire l’offerta politica: uomini di valore e idee uniti in una efficiente organizzazione, in grado tra 18 mesi di marciare come un esercito disciplinato. E noi questo compito ci siamo prefissi.
Che cosa dovrà fare il militante per concorrere alla realizzazione dell’obiettivo? Egli da un lato deve compiere un’azione di militanza individuale (è l’azione più importante), dall’altro deve partecipare ad azioni di militanza collettiva.
Sotto il primo profilo – l’azione militanza individuale – dobbiamo farci un elenco di tutti i nostri compagni di giochi, di scuola, di università, di quartiere, di ex militanza, degli amici di famiglia, dei colleghi, dei conoscenti, che siano intelligenti e/o idealsti (a prescindere dalle idee politiche di provenienza), e proporre ad essi il progetto dell’ARS. Ognuno ha senza dubbio almeno 100 persone da contattare. Ma non basta contattare, bisogna suggerire letture e video (scegliendoli tra i tanti articoli, documenti e video che abbiamo scritto e realizzato), illustrare il progetto dell’ARS, dire che li ricontatteremo, ricontattare i già contattai, invitare a casa propria o a prendere una birra tutte le persone alle quali è stato esposto il progetto dell’ARS. Così ognuno riuscirà a donare all’ARS, entro la fine dell’anno, 3-5 nuovi militanti (poi magari qualcuno ne dona soltanto 2 e altri 7). L’azione di militanza individuale ci rende militanti 24 ore su 24. Ognuno è chiamato a dare il proprio contributo alla costruzione di un gruppetto cittadino o della contrada.
Sotto il secondo profilo, in ogni città o cittadina nella quale abbiamo due o più associati, questi devono riunirsi in piccole salette o in casa, invitando due o tre persone per ogni associato (non di più: bisogna guardasi negli occhi), illustrare il progetto dell’ARS e invitare alla militanza. Si tratta di iniziative che si collocano a metà strada tra quelle individuali e quelle collettive. Per il resto, i vecchi strumenti dei banchetti e dei volantinaggi sono utilissimi. Noi non siamo un’associazione conosciuta, che volantina e banchetta per far sapere che sta compiendo una certa azione ed è in genere ignorata dai passanti, salvo coloro che già sono simpatizzanti. Noi siamo un’associazione sconosciuta, che volantina e banchetta per farsi conoscere. Perciò è bene diffondere tantissimi volantini, anche velocemente (nelle università, negli stadi, davanti alle fabbriche, davanti ai teatri): non dobbiamo comportarci, insomma, come i testimoni di Geova; dobbiamo fermarci soltanto con chi mostra interesse. Ed è bene che all’iniziativa partecipi un gruppo consistente di associati, eventualmente provenienti da altre città della provincia o della regione. Girare per la città o il quartiere in autovettura con altoparlante e un breve file audio inserito è molto meglio: il coraggio, la follia, la passione, la determinazione sono le doti che i passanti devono apprezzare o ammirare. Ci interessano i passanti che sappiano ammirare queste doti. Sempre comunque bisogna diffondere il sito e il contatto via email, che devono essere indicati nei volantini o emergere nei file audio. Quando incontriamo persone interessate dobbiamo sia chiedere i contatti sia lasciare i nostri. E sempre dobbiamo ricontattare chi ha mostrato interesse (per invitarli alle riunioni ristrette, in particolare). Gli “eventi” sono utili ma soltanto se non sono puramente divulgativi ma, in un modo o nell’altro, “divulgano l’ARS” e sono volti a farci lasciare email e numeri di telefono (meglio i numeri di telefono), per poter poi invitare le persone interessate alle riunioni ristrette.
Se tutti gli attuali associati si impegneranno diligentemente, i risultati arriveranno, come stanno arrivando.
Nell’augurare un buon anno a tutti i militanti dell’ARS e a tutti i sovranisti non iscritti all’ARS mi permetto di invitare questi ultimi a decidere di venirci a dire, utilizzando la rubrica “per aderire”, IO CI STO! Siamo in pieno risorgimento o in piena resistenza ma questa volta nessuno verrà a salvarci. Non possiamo confidare sull’aiuto di stati stranieri interessati, né sulla attuale classe dirigente. O ci salviamo da soli, perché il popolo italiano riesce a tirar fuori dal proprio grembo una nuova classe dirigente che restauri la costituzione economica al vertice dell’ordinamento o l’Italia si disintegrerà. Voi che ci tenete d’occhio e che ci seguite, regalatevi un atto di coraggio e gettatevi in una nuova avventura: iscrivetevi all’ARS.
Stefano D’Andrea