EUROPARLAMENTO: l'ARS rifiuta un VOTO INUTILE, affinchè i nostri figli non siano più costretti al VOTO "UTILE"

di Lorenzo D’Onofrio (ARS Abruzzo)

Dopo un approfondito e sereno confronto all’interno del Comitato Direttivo, del quale mi onoro di far parte, l’Associazione Riconquistare la Sovranità, con una votazione a larghissima maggioranza (12 voti favorevoli su 14 partecipanti) ha deciso “di prendere una posizione formale a favore dell’astensione nell’ambito delle prossime elezioni per il Parlamento europeo, ritenuta l’unica coerente con le analisi e proposte dell’ARS, precisando pubblicamente, in un proclama iniziale ed in successivi documenti, le ragioni di tale posizione, nonchè promuovendo una campagna collettiva, mediante i soci che vorranno partecipare, per la diffusione del messaggio sul web e nelle eventuali azioni svolte sul territorio”.

Mi sembra ovvio, ma è comunque utile ribadirlo, che il Direttivo abbia ritenuto scontato di lasciar liberi tutti i soci di “non prendere parte attiva a tale campagna e di mantenere e promuovere, a titolo personale, una posizione differente da quella dell’associazione”.

Presto sarà pubblicato il documento di apertura della nostra campagna informativa sulle elezioni europee, ma il dibattito è già iniziato in rete.

Come mi aspettavo si segnalano diverse reazioni, fra iscritti all’ARS e non, ma ho riscontrato, fra coloro che si sono premurati di approfondire le nostre ragioni, un generale apprezzamento per l’iniziativa. Questo sia da parte di chi ha compreso pienamente e sostiene la nostra posizione, sia da parte di chi, pur non condividendo la nostra scelta, dimostra comunque di apprezzarne le argomentazioni e le finalità, caratterizzate da una volontà di partecipazione attiva che, personalmente, ho definito di astensionismo costruttivo, in quanto volto alla diffusione di informazioni utili all’assunzione di una scelta elettorale consapevole (qualunque essa sia) ed al contrasto della fantasiosa narrazione che vorrebbe attribure, formalmente, un ruolo di primo piano all’Europarlamento all’interno della costruzione europea, arrivando addirittura a sostenerne la competenza in materia di modifica dei Trattati.

Ciò detto, ritengo opportuno condividere alcune riflessioni emerse nel dibattito svoltosi durante la riunione del Comitato Direttivo, ma anche successivamente.

Fra le argomentazioni contrarie alla campagna di astensione ho apprezzato, in particolare (e ringrazio per questo l’amico e socio Mattia Corsini), quella volta a rimarcare l’importanza del voto in sé, come fondamentale dovere civico e come esercizio di un diritto tutt’altro che scontato, visto che non sempre è esistito e considerato che, nella storia, valorose persone hanno lottato per conquistarlo senza poterlo mai esercitare.

Ciononostante ho deciso di schierarmi per l’astensione per una serie di ragioni.

1) Il non voto, per me personalmente, significa diverse cose: significa che non credo nel Parlamento europeo e nelle istituzioni dell’Unione Europea in generale; significa che non credo nella possibilità di determinare le politiche dell’Unione attraverso le regole dell’Europarlamento, così come non credo che lo si possa fare, indirettamente, influenzando dall’Europarlamento, in maniera davvero efficace, la pubblica opinione.

2) Ma il non voto per me significa anche che non ritengo esistenti, allo stato, forze politiche realmente antiunioniste (o meglio sovraniste), ma neanche vedo reali schieramenti antieuro: vedo solo la grossa presa in giro del fantomatico “euroscetticismo“, che già come termine mi sembra non voler dir nulla e che, perdipiù, laddove rappresentato da Lega e M5S, mi appare addirittura risibile: non me la sento quindi di legittimare (come purtroppo ho fatto per le elezioni politiche) fanatici a 5 stelle che vadano a ripetere idiozie a Strasburgo in mio nome, nè me la sento di autorizzare Leghisti del nuovo millennio ad andare a Strasburgo a invocare l’indipendenza da Roma, o a lavorare per una Macroregione lombarda o, addiruttura, a rivendicare l’estensione al nostro meridione del modello fiscale europeo (privo di trasferimenti di bilancio). A mio avviso la Lega continuerà a fare ciò che ha sempre fatto: tradire i propri elettori su tutta la linea!

3) Chi aderisce all’ARS, del resto, non si limita a non votare, restandosene schizzinoso in poltrona ad aspettare che altri gli offrano un’alternativa o che arrivino i salvatori.

L’ARS NON RESTA FERMA!

Il non voto dell’ARS è comunque un modo per militare, per reagire! Significa gridare che l’Unione Europea ci fa schifo e ne rifiutiamo le imposizioni e le logiche, significa dire che, non potendo in questo momento distruggere ciò che detestiamo, non vogliamo nemmeno legittimarlo.

Ma noi non stiamo fermi ad aspettare l’avvento di un partito sovranista, noi lo stiamo creando, lavoriamo ogni giorno per costruirlo e, in quest’ottica, la campagna che andiamo ad affrontare deve essere vista anche come funzionale ad un’organizzazione di patrioti che, con vero spirito di sacrificio quotidiano, sta cercando di dare un futuro alle prossime generazioni, affinchè I NOSTRI FIGLI possano un giorno PARTECIPARE PIENAMENTE alla determinazione delle sorti del Paese, essendone componente attiva ed influente ed esercitando UN VERO DIRITTO DI VOTO: noi ci stiamo battendo per una VERA DEMOCRAZIA, affinchè i nostri figli non siano più costretti al VOTO UTILE o a dover sottostare al ricatto del MALE MINORE.

In quest’ottica, io credo che se riusciremo a fare comprendere le nostre ragioni, la nostra iniziativa sarà un successo e ci aiuterà, stimolando un dibattito sereno e competente, a farci conoscere e stimare.

CI LIBEREREMO!

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