Presentazione dell'ARS a Piacenza

Emilio Rivoli  

Possiamo considerarci alquanto soddisfatti perché al caffè letterario Baciccia, nonostante il giorno feriale e la pioggia battente, sono convenute oltre cinquanta persone che hanno seguito con interesse  la conferenza e il successivo lungo tempo dedicato alle domande e relative risposte.

In qualità di socio piacentino dell’ARS, ho introdotto la conferenza partendo dalla presentazione dell’Associazione e rimarcando come la Sovranità rivendicata non debba essere scambiata per pretesa nazionalistica, presunzione di superiorità o volontà di isolarsi dal mondo esterno.

Sovranità che va dunque intesa come condizione di uno Stato indipendente, in posizione di uguaglianza giuridica con gli altri Stati ed in grado di determinare liberamente le proprie politiche, interne ed estere. Sovranità che l’art. 1 della Costituzione italiana affida al popolo, non alla UE, non alla BCE, tantomeno allo spread.

Questa considerazione, unita alla riflessione circa l’insanabile contrasto fra la Costituzione – nella sua parte migliore relativa ai rapporti economici – e il diritto derivato dai Trattati della UE, ha aperto la strada alla trattazione dell’euro come ulteriore strumento per piegare le politiche nazionali agli interessi, più o meno occulti, delle oligarchie tecnico-finanziarie che governano l’Europa, e non solo.

Marino Badiale ha infatti ben spiegato come l’euro sia, di fatto , una trappola che ha imprigionato il popolo italiano e per la cui conservazione si vanno perdendo tutte le conquiste sociali faticosamente conquistate in decenni di lotte.

L’euro non ha neppure giustificazioni tecniche, perché, fin dall’inizio, si sapeva che non poteva funzionare, in quanto imposto a Paesi con economie diverse e particolarmente con tassi di inflazione differenti.

Marino ha quindi evidenziato come, in virtù di queste differenze, i Paesi del centro-nord, ed in particolare la Germania, hanno potuto avvantaggiarsi rispetto a quelli del sud, i cosiddetti PIIGS, ai quali non rimane che ricorrere a politiche di deflazione salariale e di tagli ai servizi pubblici nell’illusione di poter ritornare competitivi.

Contro la sciagurata scelta della UE di aprire alla libera circolazione di merci, capitali e servizi, occorre invece far quadrato in difesa del concetto di Nazione intesa come baluardo del popolo contro l’assalto delle oligarchie finanziarie internazionali .

Invece la disinformazione dominante opera per convincere che più Europa e più libertà dei mercati siano le ricette giuste per superare la crisi, sottraendoci così quanto di residuo ci rimane della nostra Sovranità.

E’ quindi fondamentale battersi per riacquistare la Sovranità monetaria, uscendo dall’euro e necessariamente dalla UE, perché soltanto così si potranno intraprendere azioni politiche ed  economiche che non colpiscano i ceti popolari e non portino all’azzeramento delle conquiste sociali.

Questa è, per ora, la principale battaglia dell’ARS.

 Come detto, alla conferenza è seguito un lungo ed animato dibattito frutto di numerose domande, anche critiche e complesse, a cui Marino ha saputo dare puntuali e circostanziate risposte.

 Da parte mia, traggo le maggiori soddisfazioni dal fatto che i convenuti, oltre ad essere numerosi per la realtà locale, erano di un certo livello culturale e di provenienza politica alquanto eterogenea, motivo, quest’ultimo, che non ha impedito loro di condividere che il drammatico passaggio che stiamo vivendo impone di accettare alcune rinunce ideologiche per far fronte comune intorno a pochi ma fondamentali ed irrinunciabili valori.

Spero, infine, di riuscire a stringere nuovi rapporti con alcune delle persone che l’evento mi ha dato modo di conoscere e che un certo numero di esse si iscrivano all’ARS.

 

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