Saccomanni, Andreatta, Ciampi e lo SME – La scelta FILOTEDESCA dell'unione monetaria.
Fabrizio Saccomanni, Ministro dell’Economia e delle Finanze nel Governo Letta, supplente del governatore della Banca D’Italia nel consiglio direttivo della BCE e direttore generale della Banca d’Italia, in occasione del convegno “Andreatta economista” del 13/02/2008, considera condivisibili le scelte di politica monetaria e valutaria “FILOTEDESCHE” che hanno avuto come registi Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi a cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80.
Pubblichiamo estratti del discorso:
“Io credo che è assolutamente condivisibile la linea di Andreatta, che in un momento molto difficile vede chiaramente lo SME come uno strumento per riportare sotto controllo l’iperinflazione italiana con costi complessivamente sopportabili.
Anch’io condivido la tesi di Alberto (Giovannini ndr) che la stabilizzazione del cambio fornisce appunto uno strumento visibile e credibile e soprattutto poi la gestione che della politica del cambio fu fatta da Andreatta al tesoro è da Carlo Ciampi alla banca d’Italia fu cruciale nello spezzare la spirale inflazionistica.”
“Certo, 10 anni dopo Paolo Baffi notava che in realtà al cambio stabile non era stato poi così stabile, che avevamo svalutato nel decennio di circa il 36% la lira, però avevamo svalutato meno del differenziale del tasso di inflazione, quindi, diciamo, che questo aveva chiaramente contribuito a spezzare la spirale inflazionistica. E credo che è molto importante il punto che fa Alberto nel sottolineare che in questo il “keynesiano” Nino Andreatta si rivelò certamente molto eclettico e non aveva appunto, come era tipico suo, di non preoccuparsi di cogliere diciamolo una linea più “MONETARISTA” se questa serviva al suo al suo fine.”
“Condivido che lo SME fu il precursore dell’unione monetaria e credo che Nino Andreatta era una di quelle persone che diciamo vedeva molto chiaro già in quegli anni che l’obiettivo era quello di avere una moneta unica in europa gestita da una riserva federale europea, però riconosceva al tempo stesso che questo era un obiettivo suggestivo, ma poco realistico che si sarebbe solo potuto realizzare in tempi lunghi date le gelosie nazionali delle autorità monetarie”
“Però io credo che la transizione (SME-EURO) fu caratterizzata anche da momenti di stallo e di grande confusione intellettuale almeno fino all’istituzione del comitato “Delors” dove appunto il ministro Padoa Schioppa ha svolto un ruolo importante; in effetti è solo in quella sede che ad un certo momento, diciamo, c’è un tale dibattito di idee piuttosto strane sull’ECU come moneta parallela , l’ECU forte, i francesi vogliono un fondo monetario europeo, che la “bundesbank” pone un chiaro aut aut, cioè o si fa una banca centrale europea con la moneta unica oppure tanto vale che smettiamo di discutere. E diciamo la banca d’italia, questo sì, lo spirito cooperativo costruttivo e di cui parlava Alberto (Giovannini ndr) è senz’altro presente e diciamo il governatore Ciampi presenta un paper al comitato “Delors”in cui dice come si fa una politica monetaria basata sull’ECU.
Ed era un paper sul quale lavorammo a lungo Francesco Papadia ed io stesso e rileggendolo si vede che diciamocela evidentemente un disegno, molto come dire, FILOTEDESCO dentro questo paper, cioè dice, appunto, vediamo il bluff della Bundesbank accettiamo la politica monetaria unica e sopratutto se lo si contrasta con un paper gemello fatto dall’allora governatore della banca di Francia Jacques de La Rosiere in cui in realtà parla di un fondo monetario europeo che deve finanziare i disavanzi delle bilance dei pagamenti quindi un’ottica completamente diversa.
E io sono abbastanza convinto, anche se non ho trovato evidenze, che Beniamino Andreatta fosse tutto sommato a favore di questa linea di muovere verso la banca centrale europea.”
Fabrizio Saccomanni 13/02/2008 (prima della crisi)
la più grande stronzata che hanno fatto questi imbecilli!!!
Criminali!!! I veri traditori dell’Italia e dell’economia italiana!