La Commissaria UE ai Parlamenti: "Dovete capire che non esistono più politiche interne nazionali"

L’Unione Europea non sarà mai l’Europa dei popoli e della democrazia.

Ce lo ricordava Tommaso Padoa Schioppa nel 1999 («La costruzione europea è una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. […] L’EUROPA NON NASCE DA UN MOVIMENTO DEMOCRATICO. […] Tra il polo del consenso popolare e quello della leadership di alcuni governanti, l’Europa è nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di DISPOTISMO ILLUMINATO»).

Il concetto è stato chiarito in più occasioni da altri “padri fondatori” del “mostro” a 12 stelle.

I commissari europei in giro per il continente, tecnocrati non legittimati dal consenso popolare, non perdono occasione per riaffermarlo: “i Parlamenti europei devono mettersi in testa che devono solo obbedire a Bruxelles, non esistono più politiche interne agli Stati”.

Emblematica è la sfacciataggine con la quale, nel luglio scorso, la lussemburghese Vice Presidente della Commissione europea e Commissaria alla Giustizia, Viviane Reding, ha ricordato al Parlamento francese l’inutilità dell’assemblea elettiva nazionale.

Invitata in commissione bilancio, alla presenza del ministro dell’economia Pierre Moscovici e del ministro per gli affari esteri, la Commissaria, RICORDANDO ai deputati francesi e al Presidente del Parlamento, Claude Bartolone, i metodi di controllo della Commissione europea sui bilanci statali, è stata molto diretta nel ribadire che le nazioni devono obbedire a Bruxelles: “abbiamo perso tempo, abbiamo perso molto tempo, abbiamo perso 10 anni, durante i quali non abbiamo agito perchè non c’era necessità di agire in comune, ora dobbiamo recuprare il tempo perso perchè abbiamo visto cosa c’è costato, è venuto il grande momento di mettere in atto gli strumenti necessari. Dovete capire, magari lentamente, ma senza alcuna ombra di dubbio, che non esistono più politiche interne nazionali, ma esiste una sola politica, quella europea, che deve essere ripresa e rispettata in una sovranità comune dagli Stati“.

Significative le espressioni dei deputati nell’ascoltare tali dichiarazioni.

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