PERCHÉ PUÒ MORIRE UNA REPUBBLICA

Catturadi Stefano D’Andrea

I partiti senza partecipazione e militanza di un cospicuo numero (milioni) di cittadini non sono partiti ma gruppi di potere.

Una Repubblica senza veri partiti ma di gruppi di potere muore.

Alla resa dei conti la morte di una Repubblica è colpa dei cittadini che non militano in partiti o non ne creano di nuovi.

La Rivoluzione neoliberista è stata realizzata senza reazione di chi ha perduto il potere, perché i cittadini credevano di non dover militare ma di dover soltanto (o addirittura di avere il semplice diritto di) votare.

La diffusione della divulgazione è  TOTALMENTE INSUFFICIENTE a far rinascere la Repubblica.

I sovranisti devono militare, non divulgare: devono divulgare la loro organizzazione politica sovranista.

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Una risposta

  1. Francesco Miglino ha detto:

    DIO, NON PERDONAR LORO PERCHE’ SAPEVANO IL MALE CHE STAVANO FACENDO ALLA LORO NAZIONE ED AL LORO POPOLO INTRODUCENDO NELLA COSTITUZIONE IL PAREGGIO DI BILANCIO.

    SOLTANTO L’ ITALIA E NESSUN ALTRO GOVERNO EUROPEO AMANTE DEL PROPRIO POPOLO HA INTRODOTTO NELLA PROPRIA COSTITUZIONE IL PAREGGIO DI BILANCIO.

    I NOSTRI POLITICI, COME I CARNEFICI DEL POPOLO GRECO, HANNO VOLUTO DARE ANCORA UNA VOLTA PROVA DI ESSERE FEDELI E PREMUROSI ESECUTORI DEI PIANI CRIMINALI DELLA FINANZA, CHE HA FATTO DEVASTARE IL PAESE DA DUE GOVERNI BILDERBERG ED ORA NE IMPONE UN TERZO..

    Ricodate i nomi dei Parlamentari che hanno votato l’ Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale PERCHE’ CI PORTERA’ SCIENTIFICAMENTE ALLA DISTRUZIONE DELL’ ECONOMIA, DELLE CONQUISTE SOCIALI E ALL’ ABBRUTIMENTO PER MISERIA.

    Legislatura 16ª – Disegno di legge N. 3047-B
    SENATO DELLA REPUBBLICA
    XVI 3047–B
    Attesto che il Senato della Repubblica,
    il 17 aprile 2012, ha approvato, in sede di seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il seguente disegno di legge costituzionale, già approvato, in sede di prima deliberazione, dalla Camera dei deputati il 30 novembre 2011 in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge costituzionale d’iniziativa dei deputati Cambursano, Donadi, Borghesi, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Messina, Mura, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Capodicasa, Grassi, Lo Monte e Oliverio; Marinello, Gioacchino Alfano, Pagano, Bernardo, Baccini, Biancofiore, De Angelis, Vincenzo Antonio Fontana, Garagnani, Garofalo, Germanà, Lainati, Marsilio, Mazzuca, Nola, Palmieri, Mario Pepe (Misto-R-A), Pizzolante, Porcu, Romele, Luciano Rossi, Sisto, Soglia, Torrisi e Traversa; Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco e Zamparutti; Merloni, Mistrello Destro, Cambursano, Ciccanti e Gava; Lanzillotta, Della Vedova e Galletti; Antonio Martino, Stracquadanio, Armosino, Bergamini, Bertolini, Biasotti, Bonciani, Cazzola, Ceroni, Di Centa, Iannarilli, Malgieri, Mazzuca, Moles, Pagano, Pittelli, Repetti, Luciano Rossi, Mariarosaria Rossi, Santelli, Stradella, Tortoli, Versace e Vignali; di un disegno di legge costituzionale d’iniziativa del Governo e della proposta di legge costituzionale d’iniziativa dei deputati Bersani, Franceschini, Baretta, Bressa, Causi, Ventura, Maran, Villecco Calipari, Amici, Boccia, Lenzi, Giachetti, Quartiani, Rosato, Bordo, D’Antona, Ferrari, Fontanelli, Giovanelli, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Pollastrini, Vassallo, Zaccaria, Calvisi, Capodicasa, De Micheli, Duilio, Genovese, Marchi, Cesare Marini, Misiani, Nannicini, Rubinato, Samperi, Sereni e Vannucci, e dal Senato il 15 dicembre 2011, ed approvato, in sede di seconda deliberazione, dalla Camera dei deputati, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, il 6 marzo 2012:

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