La lotta per un nuovo Risorgimento

Il cinquanta per cento degli italiani di oggi appartiene alle generazioni nate dopo la regressione antropologica che, a partire dagli anni del boom economico, ha trasformato in poltiglia informe di consumatori un popolo materialmente povero e arretrato ma fatto di esseri ancora umani.

Un italiano su due, dunque, non ha conosciuto né “praticato” una cultura diversa da quella, di matrice anglosassone, che ha ridotto il mondo a pura merce e che, ben lontana dall’essere realmente cosmopolita, ci ha insegnato a trattare la nostra identità nazionale come un’anticaglia ridicola, un ingombro di cui sbarazzarsi senza eccessivi rimorsi.

Con tutta la sua immensa potenza questa cultura si è innestata su di un tronco già robusto di per sé: “il poco o niuno amor nazionale che vive tra noi, e certo minore che non è negli altri paesi” denunciato a suo tempo da Leopardi.

Date le premesse, non va sopravvalutato il compattamento etno-linguistico seguito alle pur massicce migrazioni interne del dopoguerra e alla diffusione dell’italiano attraverso scuola e televisione.

La patria è in pericolo, ci attende la lotta per un nuovo Risorgimento.

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