COMUNICATO DELL'ARS SULLE ELEZIONI EUROPEE
Elezioni europee: la caricatura di una democrazia!
Se la politica è la continuazione della guerra con altri mezzi (si spera) allora un confronto elettorale è come una battaglia. Le prossime elezioni europee sono una battaglia politica che è sbagliato affrontare perché:
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Incoerente, in quanto accettando il confronto elettorale sul piano europeo si legittima un’istituzione che è necessario distruggere per riconquistare la piena sovranità.
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Inutile, dal momento che il Parlamento Europeo è un’istituzione priva di poteri e inutilizzabile per modificare i trattati inter-statali che hanno istituito l’Unione Europea.
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Ingannevole, poichè imporrebbe il sostegno a forze screditate (Lega), pavide (Tsipras) o furbescamente contradditorie e ambigue (M5S).
Per queste ragioni l’Associazione Riconquistare la Sovranità (ARS), pur riconoscendo lo slancio ideale (ma anche l’ingenuità) di quanti scelgono di tentare l’impossibile impresa di sconfiggere l’euroliberismo accettando le regole che esso stesso ha stabilito, ha scelto una strategia diversa. Per l’ARS l’Unione Europea è un nemico che ha invaso i sacri confini della Patria, anche facendo leva sull’oligarchia globalista nazionale e infiltrando, per tempo e con sopraffina abilità, le nostre stesse Istituzioni di governo.
Noi dobbiamo respingere l’invasione senza tentennamenti e senza nulla concedere alle istituzioni che il nemico ci ha imposto, mobilitando le forze popolari e le migliori risorse spirituali della nazione nella lotta di liberazione che deve avere inizio.
L’ARS è convinta sostenitrice della necessità di costituire un Fronte di resistenza e solidarietà del popolo italiano, nel quale siano chiamate a raccolta tutte le forze politiche e ideali che riconoscono l’inevitabilità della lotta per la riconquista della piena sovranità nazionale, che è politica, culturale, economica, militare, alimentare.
Se ti asterrai, o voterai scheda nulla o restituirai la scheda, considerando le elezioni europee una battaglia incoerente, inutile e ingannevole, fai già parte del Fronte di resistenza e solidarietà del popolo italiano!
Sostieni la nostra campagna, diffondi questo comunicato, inizia a militare nell’ARS. Non verrà a salvarci nessuno, dovremo salvarci da soli. Viva l’Italia e la sua Costituzione!
Ci libereremo!
Condivido l’appello, ma allo stesso sono fortemente combattutto perchè penso che comunque votare una lista dichiaratamente sovranista (quindi certamente non tsipras o m5s) e se questa lista ottenesse un discreto risultato, il risultato simbolico sarebbe importante anche solo per far venire a galla nei media che c’è una buona fetta di società che ha scoperto l’insidia perniciosa rappresentata da questa eurocrazia. A tal proposito mi chiedevo se l’Alleanza Lira potesse essere un riferimento (si presenteranno? ce la faranno a presentare le liste?) e in che rapporti presenti e soprattutto futuri si pone con l’ARS.
Caro Igor, immagino che ti riferisca alla Lega, della quale non ci fidiamo per varie ragioni, fra le quali il fatto che si tratta di un partito che ha sempre ingannato e tradito i suoi elettori. Nel libretto informativo redatto da Borghi, a pagina 30, titolata “La coerenza della Lega”, si riportano le frasi di Bossi, che nel 1998 aveva già individuato e denunciato le criticità dell’Unione europea. Ma allora perchè poi la Lega, Bossi incluso, fino al Fiscal Compact ha sempre votato tutto quello che ci ha chiesto l’Europa?
Nella stessa pagina, inoltre, sono raffigurati alcuni volantini leghisti del 1989, in uno dei quali c’è un messaggio a dir poco inquietante, ovvero un’apologia della libera circolazione dei capitali: “SI all’Europa che sposta il CAPITALE e non i lavoratori”.
Non condividiamo, comunque, la campagna “euroscettica”: l’euroscetticismo non vuol dire nulla e fra non molto potrebbe andare di moda (Prodi sta diventando “euroscettico”). Peraltro anche questa è una posizione che non accomuna tutti gli esponenti di spicco della Lega e, in tutta sincerità, riteniamo che l’elezione di Salvini a segretario sia stata determinata dalla necessità, per un partito ormai abbandonato dall’elettorato deluso su tutta la linea, di trovare un argomento forte per cercare di recuperare la “credibilità” perduta.
Lo stesso Salvini, oltretutto, continua a lanciare messaggi pericolosi sullo “Stato ladro” e sull’indipendenza da Roma e da Bruxelles.
Concludo ricordando quello che, secondo me, è il vero pericolo rappresentato dalla Lega, cioè la spinta verso l’annullamento definitivo dello Stato e della sovranità attraverso la creazione delle Macroregioni (http://orizzonte48.blogspot.it/2013/10/lattacco-final-alla-sovranita.html).
Carissimo, l’Alleanza Lira ha tutte le intenzioni di presentarsi, pur condividendo tutti i dubbi di ARS. Il fatto è che non siamo in tempo a raccogliere le 160.000 firme necessarie, per cui abbiamo stretto un’ulteriore alleanza con il CIPS (Comitato Italiano Popolo Sovrano) di Luigi De Giacomo e cercheremo di presentarci come indipendenti per uno dei due partiti che, allo stato attuale delle cose, sono dichiaratamente no-euro: la Lega di Salvini e Io amo l’Italia di Magdi Allam.
Di più, per il momento, non siamo in grado di fare, e ci sembra comunque un inizio.
Pur condividendo le finalità, pur consideramdo valida l’opportunità di una forte resistenza all’invasione politica istituzionale progettata da organismi privati privi di scrupoli, orientati allo sfascio delle democrazie e dedite al potere economico, ritengo un errore negare la validità e l’utilità del voto elettorale per la formazione del nuovo parlamento europeo, non perché lo ritengo legittimo, ma perché può rappresentare il punto di partenza per una scelta AUTENTICAMENTE POLITICA che sarebbe come tornare ad essere una vecchia Nazione dalle dimensioni europee, con una moneta comune, con una banca pubblica comune, con una politica interna federativa che annullerebbe di fatto la spada di Damocle sulle economie nazionali rappresentata dal debito pubblico. Nel fallimento di tale prospettiva, non basta la resistenza e neanche la rivoluzione, ma di sommossa popolare bisognerebbe parlare, via l’Europa, ma via anche l’attuale sistema politico-partitico italiano, spartizione del potere per fini del tutto privati, fotocopia dell’attuale europa all’interno di un territorio nazionale.
No, non ci aiuta l’Aventino! Il campo di battaglia sarà il parlamento europeo, inutile, screditato, ma che può esprimere gli umori dei popoli europei. Ars dovrebbe, invece, dare indicazioni e combattere in prima linea con tutti coloro, vecchi e nuovi, che si dichiarano avversari di questa idea di Europa. Se vogliamo vincere abbiamo bisogno di tutti.
Marco lo scopo della campagna dell’ARS è innanzitutto informativo. Non saremo noi a determinare chi andrà al Parlamento europeo, ma forse riusciremo a stimolare una riflessione su cosa rappresenti realmente questa istituzione (http://www.appelloalpopolo.it/?p=10562).
Purtroppo, a mio giudizio, anche su questa anomalia si è sempre fatta grossa propaganda, omettendo verità, dicendo falsità e creando illusioni fondate sul nulla.
Poi se andiamo a fondo scopriamo che le persone che andranno a votare non conoscono nulla, assolutamente nulla del Parlamento europeo, neanche i nomi delle persone che ci abbiamo mandato l’ultima volta (in quanti sanno che fra gli europarlamentari c’è un certo De Mita, per fare un esempio banale?).
Per quanto riguarda l’ARS ti posso assicurare che non siamo sull’Aventino, ma in prima linea, lavorando ogni giorno per costruire una vera alternativa, una vera forza sovranista il cui campo di battaglia naturale saranno le prossime elezioni politiche (probabilmente del 2018).
Abbiamo la consapevolezza che non esistono, purtroppo, soluzioni immediate. Abbiamo davanti il tempo per lavorare. In questo momento non possiamo illudere le persone, ma vogliamo farci conoscere per la nostra COERENZA e la nostra SERIETA’, cercando di aggregare le persone che vorranno far parte del nostro progetto.
Béh, vale la pena riflettere ancora. Non vorrei che fossimo scavalcati dagli eventi. Molti sono consapevoli dei misfatti della finanza apolide, ma anche consapevoli che mancano punti di riferimento credibili, tuttavia qualcosa si muove, non si rimanga ad osservare altri agire.
Rabbrividisco al pensiero che una forza politica che si propone di liberare l’Italia dalla dittatura europea, seppur non ancora pronta per presentarsi alle elezioni, si dichiari per l’astensionismo. Il sistema è già abbastanza delegittimato di suo; abbiamo bisogno di forze che lo combattano dall’interno ed astenersi favorisce soltanto lo status quo. L’astensionismo non è mai una soluzione.
Leonardo, ARS non sta delegittimando il potere e il diritto di voto, ARS sta attuando una politica di contro-cultura rispetto a tutto quello che viene propinato ogni giorno rispetto le politiche dell’UE.
Parlando con la gente, di tutti i tipi, ci accorgiamo come sia lungo il lavoro e che parte significativamente dal dire alle persone la Verità.
La Verità è che non esistono strumenti democratici e interni che permettano al parlamento europeo ( anche ad una forza anti-unionista che vinca con il 25% dei voti dei votanti ) di modificare i Trattati.
Per uscire dalla schiavitù occorre consapevolezza tra le persone e più movimenti sovranisti ( non euro-scettici) che in Europa scatenino la contro-offensiva culturale e politica per recidere in più paesi i trattati.
Noi facciamo una scelta giusta senza ingannare nessuno ( i nostri voti di ARS non spostano minimamente l’equilibrio di nessun partito, perche fingerci più forti di quello che siamo realmente ? ) per questo ci sentiamo di invitarti a seguire le nostre iniziative, prendere contatti con i militanti locali e unirti ( se naturalmente condividi almeno il 70% del nostro programma di Analisi e Proposte ) per lavorare per la costruzione della forza politica che, quando sarà necessario, dimostrerà tanto coraggio quanto ne dimostra ora scegliendo una posizione eretica rispetto alla “facile” strada disegnata da qualcuno.
aaron
Pur condividendo gli obiettivi non concordo sulle modalità. Il vostro comunicato appare più una citazione ideologica piuttosto che un piano politico concreto. Mi risulta infatti incomprensibile come si possa dare una spallata al sistema non sostenendo quelle forze (come ad esempio la lega) che si stanno ponendo come antisistema. Il non voto che cosa vuole ottenere? Intanto non si avrebbe nessuna rappresentanza, e non avendo rappresentanza si è completamente trasparenti, inutili, assenti etc. A meno che non si intenda abbracciare bastoni, forconi o qualche altro oggetto contundente per rovesciare il sistema. Questo, lo sapete bene, non è possibile oltre che essere inutile. Per cui a mio avviso il sistema lo si scardina solo da dentro e c’è un solo modo per farlo, Votando. Credete che il partito PUDE non vada a votare? Se pensate così credo che non avete la conoscenza dell’avversario politico; e questo è un grave errore. Inoltre ponendovi in questo modo fate venire il sospetto che in realtà l’associazione sia una sorta di collettore del dissenso con lo scopo di sedarlo, renderlo impotente ed inviarlo su un binario morto. Svegliatevi per favore!
Claudio, sulla Lega ho risposto sopra. Per quanto riguarda la nostra lotta politica, intendiamo portarla avanti a livello nazionale e stiamo lavorando per quello.
Condivido al 100% il contenuto dell’articolo. Presentarsi con una lista alle prossime elezioni europee sarebbe, a mio avviso, un errore strategico gravissimo. Una battaglia decisiva si combatte solo su un terreno non avverso e se le forze consentono di aspirare alla vittoria. La battaglia sovranista non si combatte nel parlamento europeo, che è territorio del nemico e che è il “guardiano” della UE. La si combatte all’interno dello Stato, cercando di vincere le elezioni politiche nazionali. Chi la pensa diversamente rilegga questo illuminante articolo del nostro Presidente ( http://www.appelloalpopolo.it/?p=10562 ), ma lo rilegga attentamente e si sforzi di capire cos’è realmente il Parlamento europeo. Quanto alle nostre forze, sappiamo benissimo che numericamente siamo irrilevanti. In questo momento una sconfitta sarebbe inevitabile. Stiamo crescendo, ma ci occorre ancora tempo per ambire alla vittoria. Badate bene che perderà anche la Lega. Supponiamo che raggiunga un risultato elettorale eclatante (ed oggettivamente impensabile), essenzialmente dovuto alla campagna anti-euro. Facciamo un bel 10%. I partiti del PUD€ saranno lesti a rovesciare il risultato e diranno che i “no-euro”, coalizzatisi nella Lega, sono una esigua minoranza, peraltro ondivaga e folcloristica. Ora non serve presentarci e ricevere lo zero virgola, o appoggiare qualche partito no-euro dell’ultima ora. Occorre qualcosa di più impegnativo ed importante: l’attivismo politico. Serve la militanza. Dobbiamo studiare, essere sufficientemente preparati per parlare alla gente e smuovere le coscienze, per costituire quel Fronte di Resistenza che al momento giusto sferrerà l’attacco decisivo all’invasore. Solo così CI LIBEREREMO!
Dopo avere conosciuto ARS e apprezzatone il lavoro, ritengo però che questo comunicato sia assolutamente sbagliato non per l’analisi ma per gli effetti finali. E? vero che il Parlamento Europeo è una buffonata e uno specchietto per le allodole. No ha potere deliberativo per contrastare il potere assoluto della Commissione Europea. Ma ogni spazio istituzionale deve essere occupato per poter operare una inversione culturale. Per poter fare informazione vera. Dunque non bisogna astenersi dal voto, ma votare molto radicalmente verso coloro che condividono l’analisi dell’Europa come Dittatura. Ce ne sono, sono piccoli, sono nuovi, ma vanno votati.
Cara Paola,
intanto i soci dell’ARS non hanno vincoli di alcun genere, come ha ribadito,applicando l’atto costitutivo, Il Comitato Direttivo, il quale, l’11 febbraio 2014, ha deliberato:
“a- di prendere una posizione formale a favore dell’astensione nell’ambito delle prossime elezioni per il Parlamento europeo, ritenuta l’unica coerente con le analisi e proposte dell’ARS, precisando pubblicamente, in un proclama iniziale ed in successivi documenti, le ragioni di tale posizione, nonchè promuovendo una campagna collettiva, mediante i soci che vorranno partecipare, per la diffusione del messaggio sul web e nelle eventuali azioni svolte sul territorio;
b- che tutti i soci, anche alla luce dell’articolo 3 dell’atto costitutivo (“E’ ammessa la doppia tessera. I soci potranno essere iscritti ad altri movimenti o partiti: sia se i movimenti o i partiti condividano nelle linee essenziali le analisi e le proposte contenute nel Documento, sia se non le condividano”), restino liberi di non prendere parte attiva a tale campagna e di mantenere e promuovere, a titolo personale, una posizione differente da quella dell’associazione (http://www.riconquistarelasovranita.it/comunicati/verbale-riunione-del-comitato-direttivo-dellars-dell11-febbraio-2014)
L’ARS aveva queste opzioni: a) disinteressarsi alla campagna elettorale per le europee e lasciare i soci liberi di fare ciò che volevano, opzione accolta per le elezioni politiche nazionali; b) oppure, ferma la libertà dei soci, prendere posizione. Le possibili prese di posizione erano: b1) astensione o scheda nulla; b2) sostegno alla lega; b3) sostegno al M5S, che però dopo le dichiarazioni di Sibilia, fino ad ora da molti considerato, erroneamente, un “sovranista” (in realtà, secondo me, non capisce un tubo), difficilmente puà essere considerato un movimento euroscettico (su facebook abbiamo avuto una decina di ex simpatizzanti pentastellati che hanno apprezzato la nostra posizione e che non voteranno M5S); b4) sostegno a tutti i candidati euroscettici di qualsiasi lista.
Il comitato direttivo ha reputato di fare il bene dell’ARS scegliendo l’opzione b1) ma la libertà riconosciuta, in applicazione dell’atto costitutivo, consente ai soci di appoggiare e votare specifici movimenti, ovvero di appoggiare tutti i candidati antieuro. Perciò non vedo il problema.
Non mi è chiaro perché avremmo concorso a realizzare l’interesse sociale dell’ARS scegliendo le opzioni b2), b3) e b4). Che vantaggio ne avremmo ricavato? Su facebook la nostra posizione radicale è stata fino ad ora apprezzata da molti cittadini che hanno una posizione radicale. Abbiamo già almeno 50 persone da contattare, perché hanno espresso apprezzamento, e abbiamo appena iniziato la campagna. Unnumerominore di persone (più omeno una trentina) ha invece espresso dissenso. Ma di queste una decina sono soci che sono liberi di fare ciò che vogliono. Le altre sono iscritte al M5S o veri e propri grillini oppure aderenti ad altri movimenti e gruppi, come la rete Lira. Noi non ci siamo permessi di andare sulla loro pagina a contestare la loro scelta, che io personalmente reputo assurda e insensata, di votare la lega. In ogni caso mi sembra che fino ad ora abbiamo avuto solo vantaggi (una cinquantina di persone da contattare) e nessuno svantaggio, salvo un socio che si è dimesso adducendo tre motivazioni tra le quali la posizione sulle elezioni europee. Dunque 50 vantaggi e uno svantaggio (non dovuto esclusivamente al nostro comunicato). Fino ad ora la scelta per l’ARS si è rivelata molto utile, perché ci ha messo in contatto con persone che hanno la nostra radicale posizione e che non conoscevamo. Il comitato direttivo dell’ARS è chiamato ad agire per realizzare l’interesse sociale dell’ARS.
Concludo dicendo che noi siamo convinti che l’Italia abbia bisogno del partito che realizzerà la rivoluzione democratica. L’ARS sa che potrà costituire soltanto una frazione di quel partito o alleanza. Però perseguire l’interesse generale oggi significa perseguire la costituzione di quel partito, quindi delle sue frazioni. Per noi l’interesse generale oggi consiste nel rafforzare ingrandire e rendere solida l’ARS (per altri il discorso è identico ma riguarda altre frazioni: rete Lira ecc.). Non vedo come una diversa opzione, simile o identica a quella presa da centinaia e centinaia di attivisti della tastiera, avrebbe potuto contribuire a rafforzare e ampliare l’ARS e a far conoscere e apprezzare il contenuto delle nostre analisi e proposte, nonché del nostro progetto.
Caro Stefano, la tua risposta è pertinente solo in parte. Il valore di un comunicato, anche qualora non sia vincolante per i soci come da Statuto, è di indirizzo culturale e, in questi tempi confusi, ha un peso non indifferente. Credo che chi vuole la liberazione dalla dittatura debba sapere adottare anche una strategia. E la strategia non può essere l’astensione. Tu dici che avete scelto “per il bene dell’ARS”. Io avrei preferito che aveste votato per il bene della gente. E questo bene, a parer mio, è quello di ottenere più spazio possibile anche politico, anche istituzionale. Dunque, per me, è sempre preferibile andare al voto e votare chiunque stia facendo opposizione alla dittatura. E’ sempre preferibile collocare personaggi magari non preparatissimi ma in buona fede. Non voglio indicare soggetti politici specifici, ma ve ne sono. Chi non vota lascia lo spazio di manovra all’Europeismo e al pareggio di bilancio. QUindi, da sostenitrice dell’ARS, dico: questo comunicato è un errore strategico.
Per il bene della gente? Il bene della gente può farlo soltanto una nuova politica e un nuovo stato italiano.
Ma una nuova politica e un nuovo stato implicano la creazione del partito della rivoluzione democratica italianache ricollochi la costituzione al vertice delle fonti dell’ordinamento.
La creazione di quel partito presuppone la partecipazione della gente. Questo è il momento del dovere non dei diritti. I diritti torneranno se i migliori adempiranno i doveri. Altrimenti non torneranno più. La “gente” che mi interessa è soltanto quella che vuol costruire il partito della rivoluzione democratica italiana. L’altra gente oggi, purtroppo, è completamente inutile. Alla fine beneficerà (in parte persino immeritatamente) dell’impegno profuso da altri.
Quindi se il nostro è un errore strategico o no dipenderà da ciò: se susciteremo l’apprezzamento di 300-500 persone tra quelle che raggiungeremo e se 100 di queste persone verranno in assemblea l’8 giugno e si iscriveranno. Queste oggi sono le nostre dimensioni (e siamo molto di più di tanti soggetti puramente virtuali) e questi i nostri obiettivi. Gli altri gruppetti virtuali, che si comportano come se fossero partiti del 2-3% fanno sorridere. Si pongono una strategia fingendo di essere ciò che non sono. L’ARS è diversa. L’ARS è strategica. E spero che proprio per questa ragione,oltre che per altro, l’avrai apprezzata.
Anche in questo caso la tua risposta è solo parzialmente pertinente. Confondi la giusta strada di costruzione di un’alleanza sovranista, nella quale avete il mio pieno appoggio, con la strategia specifica di voto che attiene all’occupazione di spazi istituzionali. Le due cose sono perfettamente compatibili. Di fatto ARS non ha ancora la forza per occupare lo spazio istituzionale che io ritengo necessario. M5S, Partito Comunista dei Lavoratori, chi più ne ha più ne metta. Si vada al voto.
Ad onor del vero, nel suo post del 27/ 2/2014 pubblicato in facebook l’on. Carlo Sibilia si esprime esattamente in questi termini: “”Nella prima parte era un momento concitato dove non si comprendeva bene ciò che mi si chiedeva da studio. Io rispondevo alla domanda EURO SI o EURO NO?. Ovvero alla domanda di Paragone “A questo referendum voterebbe Si o No?” Che era la domanda che mi sembrava di aver sentito. Ed ho detto NO. Nessuna supercazzola (quelle le fa Renzi o Vendola). Io ho una mia idea personale che è per EUROEXIT (in questo momento storico). Questa è la mia idea.” Come si fa a non considerarlo sovranista?
Votare lega nord che con tutti i movimenti sovranisti d’Europa andra a formare un unico gruppo nell’Europarlamento questa e’ l’unica strada ad oggi percorribile.Cosa ha fatto la lega e cosa ha fatto Bossi in passato non me ne frega niente ora c’e’ Salvini che antieuro senza se e senza ma e poi se aspettiamo di avere una forza politica nuova ed immacolata per iniziare la battaglia be’ in tal caso auguri ma penso che nel frattempo che vi cullate in questa idea l’Italia sara’ ormai una landa desolata .Emiliano
Emiliano
continuo a sostenere che votare per il parlamento europeo non serva a niente sotto il profilo politico pratico, ossia non concorre a far verificare alcun effetto reale.
Sul piano mediatico simbolico, votare serve a cercare di far eleggere un Farage in più, in modo che circolino su youtube più video stile Farage. E’ certo, invece, che Corriere della sera, Repubblica, La Stampa, la Rai, e le Reti fininvest continuerenno a ignorare il parlamento europeo, come hanno sempre fatto. Sempre sul piano mediatico simbolico non votare o annullare serve, invece, a mostrare e diffondere maggiore disinteresse e/o sfiducia e/o avversione e/o odio nei confronti dell’Unione europea.
Tra gli euroscettici, chi preferisce produrre il primo effetto mediatico-simbolico voterà; chi preferisce concorrere a produrre il secondo effetto annullerà o si asterrà.
Non essendo io semplicemente un euroscettico ma desiderando la distruzione dell’Unione europea sono ovviamente costretto a delegittimare l’istituzione.
Comunque mi dicono che oggi la Meloni si sia schierata nettamente contro l’euro e, sia pure in modo un po’ vago, contro l’Unione europea. Sembra che Fratelli d’Italia sia po’ più euroscettico della lega. Cosa ha fatto in passato Fratelli D’Italia certamente non ti interessa perché è un partito piuttosto nuovo. Quindi credo che ti convenga votare Fratelli d’Italia.
NON BISOGNA VOTARE o non bisogna SOLO votare: BISOGNA MILITARE. Oggi i cittadini euroscettici che vanno alla ricerca di partiti euroscettici e non si impegnano a militare (sacrificando affetti e in genere rapporti personali, professione, denaro, passioni) SONO COLPEVOLI.
Comunque mi auguro che coloro che la pensano come te, dopo che avranno constatato che uno o due deputati in più a Fratelli d’Italia o alla Lega non apporteranno alcun risultato pratico alla causa sovranista, la smettano di essere in situazione colpevole e comincino a militare.
Prima di 5-7 anni LA ROTTA NON VERRA’ INVERTITA (non parlo di autorizzazioni a sforare per un anno o di modifica dell’inapplicabile fiscal compact e simili): quando verrà invertita la rotta, la precisa direzione, il ritmo e le tappe necessari saranno quelli giusti soltanto se avremo creato tutti assieme un forte partito sovranista.
la Lega sarà sempre la Lega: http://www.tubechop.com/watch/2239593
Condivido appieno questo appello. Complimenti, la coerenza è tutto.
Anch’io sono d’accordo con l’appello e sostanzialmente con la linea di d’andrea ma avverto un disagio a condividere l’impegno sovranista con chi è disposto a votare con tanta leggerezza partiti xenofobi o fascisti , intendiamoci capisco bene che non si sta parlando di elezioni politiche cioè di parlamenti legiferanti però sta di fatto che è inquietante notare che in questo blog ci siano persone indifferenti al fatto che la lega e fratelli d’italia abbiano partecipato attivamente a far crescere quel movimento di opinione reazionario che trova giustificabile un mediterraneo disseminato di cadaveri.
Non possiamo in nome della sovranità essere ambigui con chi ha sempre usato le nazioni in chiave demagogica e antipopolare.
Un’altra cosa : capisco la strategia ma non credo che si possa andare molto lontano senza sciogliere una certa ambiguità interclassista che mi sembra a volte presente nell’ARS, penso che si debba dire con più chiarezza a quali ceti sociali fa comodo questa europa in modo da poter efficacemente chiedere il coinvolgimento popolare in una lotta di liberazione che per me non può essere solo nazionale ma che deve anche puntare ad un ribaltamento dei rapporti di classe, altrimenti non ne vale la pena.
Credo che l’ambiguità su questo punto se da un lato permette di attirare persone di diverse provenienze culturali dall’altro però sia il principale limite che ci impedisce di nascere come partito .
Adriano,
già forse non siamo in grado di organizzare una lotta di liberazione qua, figurati se possiamo organizzarla fuori dall’Italia. Ogni popolo avrà la sua lotta, se saprà cercarla, disse una volta Marcos. Ecco il nostro compito storico è di concorrere con altri a cercare e trovare la lotta del popolo italiano. Stiamo messi anche peggio di altri popoli, quindi abbiamo molto da fare.
Quanto ai ceti sociali ai quali conviene “questa europa”, ossia l’Unione europea, certamente sono i rentiers, nonché i gestori del risparmio e i titolari del capitale marchio. Di per sé non conviene nemmeno a milioni di artigiani,professionisti e piccoli industriali e persino a molti medi industriali del sud d’europa e forse anche anche ad alcuni grandi industriali che volessero evitare delocalizzazioni e ristrutturazioni aziendali.
Il movimento sovranista avrà trazione operaia o di ceto piccolo borghese riflessivo o di ceto piccolo borghese artigiano o di ceto piccolo e medio industriale. Quale tendenza prevarrà lo indichierà la storia. Nessuno si impegna per gli altri. Quindi chi si impegnerà di più e con capacità riconosciute potrà avere una egemonia. Dei quattro ceti indicati escluderei soltanto il ceto medio industriale, che al più ha interesse ad eliminare soltanto l’euro. Gli altri tre ceti hanno interesse ad eliminare l’Unione europea. Coloro che meritano più degli altri di vedere migliorata la propria condizione sono coloro che si impegneranno di più e meglio.
In ogni caso, nella situazione di assoluta debolezza nella quale ci troviamo, credo che trascorrerà una fase di 10 anni nella quale, al più opererà un fronte e sarà là dentro che eventualmente si conquisterà l’egemonia. Prima di pensare egoisticamente a conquistare l’egemonia, bisogneràlavorare per alcuni anni a costituire il fronte. Senza fronte il problema dell’egemonia è astratto, teorico, irrilevante, anticipazione piuttosto ingenua. Quindi, in base all’analisi concreta della situazione concreta, il problema ora è come costruire il fronte. L’ARS ha deciso di costruire soltanto una frazione. Ha un progetto e cerca di attuarlo. Vedremo cosa faranno gli altri. Speriamo che riescano a costruire qualche cosa.
Forse non mi sono spiegato bene, dicendo che la lotta non può essere solo nazionale non intendevo dire che dovesse essere internazionale ma che oltre al tema della rinascita nazionale a mio avviso bisogna dare più risalto all’altro aspetto dell’abominio che ci governa e cioè la spaventosa ingiustizia sociale.
Mi sembra che su ques’ultimo tema l’ARS sia meno efficace come se rimandasse la questione al dopo, come se dicesse “intanto salviamo l’Italia e poi parleremo di eguaglianza”.
Ma io credo che se non si associano strettamente i due temi, sovranità ed eguaglianza, non si potrà fare molta strada e si rischierà di essere assorbiti nella visione di un nazionalismo con poco nerbo, ai limiti della nostalgia che potrà essere usato agevolmente dalle destre.
Il messaggio che dovremmo lanciare invece , secondo me, dovrebbe essere del tipo “rifare l’Italia per rifare la democrazia”, dove con democrazia deve intendersi non la mera possibilità di eleggere il parassita di turno ma quell’assetto istituzionale che promuove l’eguaglianza ed il benessere dei cittadini.
A mio avviso è su questi due temi, sulla loro stretta interrelazione, che si potrà creare un fronte che però non potrà essere che “popolare”, solo se una vasta parte dei lavoratori crederà al binomio sovranità-eguaglianza , se vedrà in quest’orizzonte una concreta possibilità di migliorare la propria vita, allora si potrà essere efficaci.
Adriano,
abbiamo scritto che va perseguita la piena occupazione a costo dell’inflazione; abbiamo scritto un documento eccellente su lavoro e previdenza; abbiamo mostrato come lo stato si finanzia in repressione finanziaria e come si stronca la rendita finanziaria; ciò consentirebbe di curare, mediante forme di aiuto di stato (secondo la termonologia UE) lo sviluppo di settori strategici; abbiamo accennato alla lotta al grande capitale marchio, oltre che finanziario. Abbiamo ipotizzato una scuola che torni a svolgere il ruolo di promozione sociale. Tutto ciò produce giustizia sociale. Anzi abbiamo detto che i diritti sociali non torneranno più se prima non ci si dedica alla militanza sovranista. Infine abbiamo in preparazione un documento sulla rendita immobiliare. Che dovremmo dire di più?
Sinceramente c’è bisogno che ogni socio si impegni a creare un gruppetto sulla base del programma segnalato e di quello complessivo. Questo è ciò che dobbiamo fare. Punto.
Purtroppo è pieno di persone che non si accontentano mai e ti dicono: che pensate di questo? e di quest’altro? e di quest’altro ancora? E si va dai temi sociali,ai diritti civili, all’ambiente. Non credo che abbiamo bisogno di un programma di cento punti per attrarre consenso e suscitare il desiderio di militanza.
Poi, se il progetto funzionerà, se creeremo la nostra frazione, se altri avrà creato altre frazioni (eventualmente più “operaie”), ci sarà il programma dell’alleanza o fronte sovransta. Siamo appena all’inizio di un lungo percorso. Abbiamo tanto lavoro da svolgere. Abbiamo sempre detto: chi ha voglia di militare in senso sovranista, se condivide al 70% il progetto le analisi e le proposte dell’ars li accetta in toto e li diffonde. Se l’ARS riuscirà ad esistere allora si porranno problemi come quelli che segnali.
Aggiungo che non mi sembra che negli ultimi trenta anni il popolo abbia chiesto uguaglianza. Non so se questa nobile parola oggi sia la parola d’ordine opportuna. Chi l’ha invocata negli ultimi trenta anni? Che successo ha avuto chi l’ha invocata? Bisogna sempre muovere dalla situazione concreta. L’errore più grave in politica è scambiare ciò che si può e deve fare con ciò che si preferirebbe. Tutti i gruppetti e collettivi muovono da questo errore e restano fatalmente gruppetti e collettivi. Abbiamo fatto proposte che porterebbero molta più giustizia sociale rispetto a ciò che c’è adesso e alla situazione degli ultimi 25 anni, e che comporterebbero il cambio del paradigma dalla concorrenza al dirigismo.
Questa è l’ARS. Se altri credono di battere altre strade ne saremo contenti, perché noi al più riusciremo a costruire una frazione del fronte. Giustizia sociale, economia sociale e popolare, dirigismo in luogo della concorrenza, piena occupazione e quindi salari più alti sono le parole d’ordine dell’ARS. Sono chiare e sono forti. Dobbiamo soltanto lavorare quotidianamente e con pazienza per creare gruppetti cittadini o vere e proprie sezioni in difesa di quelle parole d’ordine. Non abbiamo tempo per stare sempre a ridiscutere la nostra identità. NON ESISTIAMO. Dobbiamo far esistere l’ARS. Dobbiamo arrivare a 1000-1500 iscritti mentre siamo 250. Poi tutti assieme approfondiremo qualche punto, sempre tenendo conto della situazione concreta.
Dal tono della tua risposta mi sembra di capire che questo tipo di interlocuzioni non sono gradite e che sono viste come perdite di tempo o deviazioni rispetto al progetto di costruzione dell’ARS .
Da parte mia mi faccio immediatamente da parte , non voglio far perdere tempo a nessuno, specialmente ad una persona come te che ha creato dal nulla una bella associazione come questa.
Hai ragione nessuno negli ultimi trent’anni ha parlato di uguaglianza e i risultati si vedono, la cultura egemone è diventata proprio quella del nichilismo pragmatico che vede nell’utile il massimo criterio a cui conformare l’esistenza.
Ma se l’uguaglianza è un principio oggi troppo astratto la sovranità non lo è certo di meno e secondo me un movimento politico ha bisogno che certi principi siano espressi non solo implicitiamente ma anche esplicitamente, ma non insisto.
Mi permetto di segnalarti questa lettura: http://www.riconquistarelasovranita.it/teoria/ancora-discutete-di-uscita-dalleuro-da-destra-o-da-sinistra-e-bastaaa
Adriano,
non è che non sono gradite, ci mancherebbe. Anzi, come sto per dire, ci sono utili.
E’ che quello che proponi non è precisamente il progetto dell’ARS.
Anche io, a livello personale,ho due o tre proposte politico-economiche, che reputo decisive e fondamentali e che, se attuate, cambierebbero il mondo; tuttavia, considerandole oggi non spendibili, non le ho inserite nel documento di analisi e proposte dell’ARS. Anche io, quindi condivido l’80% (sarei disonesto se scrivessi 70%) delle analisi e proposte dell’ARS. Ma ormai, avendo deciso di militare per l’ARS le mie idee sono ovviamente, logicamente, doverosamente quelle dell’ARS, perché quelle sono le idee che diffondo e delle quali parlo. Soltanto così mi sottraggo all’individualismo generato dal capitalismo assoluto. Tra dieci anni può darsi che la storia mi consentirà di tirarle fuori e di farne oggetto di discussione pubblica. Per ora è come se non esistessero.
Tu sei nella stessa mia condizione e in quella degli altri iscritti o simpatizzanti: o decidi di militare, e allora dovresti smetterla di stare a trovare sempre una o altra cosa da perfezionare, o rimani un amico, perché non condividi almeno il 70% (e ti capisco) o perché per carattere non sei capace di militare in una formazione della quale non condividi l’intero programma (e lo capisco meno; ma ognuno è fatto come è fatto) e allora sei liberissimo di svolgere queste osservazioni tutte le volte che vuoi.
Io però, quando rispondo a te, siccome non sto qua per chiacchierare ma per militare, devo spiegare anche agli altri visitatori qual è l’impostazione dell’ARS e quali sono le parole d’ordine. In fondo, secondo me, si tratta dell’impostazione minima, senza la quale un’associazione o movimento o partito non è serio.