ARS a Taranto: come è andata
Rico Semeraro
“Non sono le cose in sé stesse a preoccuparci, ma le opinioni che ci facciamo di esse” – Epitteto (I sec. d. C.)
Diceva così il filosofo….e pensavo: anche no!! Nel delicato e “critico” periodo storico che viviamo, dovremmo preoccuparci, e non poco! proprio delle “cosè in sé! Però spesso tendiamo a non farlo. Cosa ce lo impedisce? Sembra siano proprio “le opinioni che ci facciamo di esse”. Opinioni mediaticamente costruite, spesso a partire da “bugie che ripetute tante volte diventano verità” (Orwell), come ci ricorda il Dr. Francesco Lincesso, socio ARS, relatore insieme al Presidente Prof. Stefano D’andrea all’incontro di presentazione dell’Associazione Riconquistare la Sovranità dal titolo “La Costituzione, la Sovranità nazionale e la Crisi economica – Il pensiero non è unico“, tenutosi a Taranto il 26 gennaio 2013, al quale ho avuto l’opportunità di partecipare.
Premetto che non sono socio dell’ARS ma seguo con vivo interesse le sue nascenti attività.
Nell’imponente cornice del Palazzo della Provincia di Taranto i due relatori con lucida passione hanno autorevolmente messo in discussione alcune delle “opinioni” più in voga oggi su “Crisi economica”ed “Europa”.
Nel suo incipit il Dr. Lincesso ha citato testualmente l’ex Presidente del Consiglio Mario Monti: “Potremo non riuscire più a garantire il SSN se non si trovano forme di finanziamento non pubbliche”, quella classica affermazione fatta (e poi puntualmente, e falsamente, smentita) per indurre l’opinione pubblica a “familiarizzare” con l’idea di privatizzare la Sanità. Ma sarà proprio necessario? Dai dati dell’OMS e dell’OCSE rispettivamente sulla graduatoria dei Sistemi sanitari al mondo all’anno 2000 (Italia al 2° posto) e della spesa sanitaria al 2009 (Italia nella media europea), sembra proprio di no. Un chiaro quanto inquietante esempio di propaganda mediatica “mainstream” quindi. Il Dr. Lincesso, medico-neurologo dell’ASL di Taranto, ha proseguito poi evidenziando alcune conseguenze pratiche di questa falsa credenza dell’eccessiva spesa pubblica sanitaria: i “piani di rientro regionali”, il “blocco del turnover” del personale, gli accorpamenti selvaggi di strutture ospedaliere e territoriali fino alla recente scandalosa notizia della “cartolarizzazione degli ospedali” in Piemonte (!), il tutto in nome delle “austerità sacrificali” di ormai provata inefficacia (come ci ricorda, tra gli altri, il Premio Nobel per l’Economia P. Krugman).
Il relatore passa poi al contesto più ampio, insomma alle “cose in sé” della politica economica quando cita i dati relativi all’impennata del debito pubblico italiano per spesa di interessi sui titoli di Stato a partire dal “divorzio” tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro del 1981 (Andreatta e Ciampi), che segnò l’inizio della fine della sovranità monetaria culminata nell’adozione della moneta unica; il falso d’autore del “debitopubblico” (come suole definirlo l’economista Bagnai) come causa di tutti i nostri mali (viene citato il Fiscal Sustainability Report della Commissione Europea sull’assenza di rischio d’insolvenza dell’Italia a breve e lungo termine!); l’ancora sottaciuta esplosione del debito privato, in particolare estero, nei cosiddetti “PIIGS” quale causa importante della crisi dell’Eurozona; l’articolo 126 del Trattato di Lisbona (ex art. 104 del Trattato di Maastricht) sul dogma dell’indipendenza della Banca Centrale; la “tagliola” per 20 anni del Fiscal Compact, e la realtà dei più di 7 milioni di lavoratori tedeschi che non superano i 400 euro mensili di salario, alla faccia della “virtù germanica” ed altro ancora.
Davvero utile l’intervento del Dr. Lincesso proprio perché teso ad offrire ai partecipanti spunti di comprensione dei nessi strutturali tra dati reali di politica economica, le “opinioni guidate” più comuni su di esse e le loro drammatiche ripercussioni, ahinoi piuttosto visibili ormai, proprio sul diritto alla salute.
Poi è stato il turno del prof. S. D’Andrea, il quale, dopo aver tracciato una chiara linea di confine tra i concetti di “Europa” (realtà storico-geografica), “Stati Uniti d’Europa” (la favola per adulti più in voga oggi nel vecchio continente) , “Comunità Economica Europea” col suo “Mercato comune” e “Unione Europea” col suo “Mercato unico”, ci ricorda alcuni passaggi storici della costruzione europea attraverso la deregulation finanziaria e globalista istituzionalizzata dei Trattati di Maastricht prima e Lisbona poi che hanno privato definitivamente l’Italia e gli altri paesi dell’Eurozona della propria sovranità monetaria (e quindi economica) e parlamentare.
I fatti citati evidenziano che il “premio Nobel per la Pace Unione Europea” sta creando enormi sacche di disoccupazione reale ( Spagna e Grecia al 25% ormai…) , crolli vertiginosi di PIL (del 20%), derive ipernazionalistiche inquietanti (si pensi ad “Alba dorata” in Grecia) e tensioni civili crescenti in vari paesi a seguito dei “sacrifici” imposti proprio da quei trattati sovranazionali di dubbio valore scientifico e mai approvati dai popoli europei.
Allora a ben guardare l’Unione Europea si presenta, piuttosto che come sano “Mercato comune”, come regno del “Mercato Unico” che incarna nelle sue fondamenta giuridiche proprio alcuni dei dogmi fondamentali del pensiero unico neoliberale (che numerosi danni sta procurando da decenni in tante aree del Sud del Mondo): l’ossessivo controllo dell’inflazione quale unico compito della Banca Centrale, l’indipendenza di quest’ultima da qualsiasi forma di controllo politico democratico, il regime di liberalizzazione in fatto di circolazione delle merci, dei capitali e di mercato del lavoro, il “cambio più fisso che si può” (la moneta unica), la privatizzazione dei servizi pubblici, la riduzione forzata dei deficit di bilancio attraverso tagli al welfare ed aumento di tassazione indiretta e sul lavoro a favore delle spese per interessi sul debito, tutte misure che tutelano la rendita a scapito dei salari e dei profitti.
Ne resta uno “Stato” esautorato della propria sovranità ed “oggetto di usura” da parte dei vari attori (soprattutto banche d’affari ed investitori istituzionali) dell’ineffabile “Mercato dei capitali privati”.
Il quadro emergente è quindi di sostanziale incompatibilità tra la Costituzione italiana ed i Trattati dell’Unione Europea, con la conseguente necessità di recedere da questi ultimi se si vuole recuperare quella “Sovranità che appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
E poiché in politica, come sottolinea acutamente il prof. D’Andrea, “è l’offerta che crea la domanda”, l’ARS si pone sin d’ora come riferimento culturale e politico per chi, avendo come proprio fondamento civico la Costituzione della Repubblica Italiana, non ha alcuna intenzione di barattarla con la favola tragica dell’ “Unione (Europea) che non c’è”. E che mai ci sarà, su queste fondamenta oligarchiche e quindi strutturalmente antidemocratiche.
Giunti al termine dell’incontro, nell’ informale scambio di vedute tra alcuni partecipanti ed i relatori, mi è sembrato finalmente che ci fosse più spazio per “le cose in sé”, con buona pace del “pensiero unico” e che ce ne si potesse anche finalmente “pre-occupare” insieme.
Spero possiate venire anche a Bergamo, tra non molto! Grazie per quel che state facendo.
ALBERTO, SABATO 16 FEBBRAIO MATTINA, ORE 10,30, CREDO, SAREMO A MONTICHIARI, CHE NON è LONTANTO DA BERGAMO. POTREBBE ESSERE L’OCCASIONE PER CONOSCERCI. sE VENISSI CON UNO O DUE AMICI SAREBBE ANCORA MEGLIO.
Sarebbe stato molto interessante partecipare e conoscervi ancora di più, ma dell’evento non ne sapevo nulla. Contatterò comunque il Dott. Lincesso per capire come stanno le cose a Taranto e come posso essere d’aiuto.
Stefano (mi permetto di darti del tu…) abbiamo avuto qualche scambio su FB e sono stato a Bari quando presentaste il libro… vi riconosco, a differenza di tanti altri, perseveranza nel raggiungimento dell’obiettivo finale. A prestissimo!
Massimo,
mi ricordo di te e della tua intelligenza politica.
Tu ci avevi scambiati per teorici. Perciò io, che sapevo che ti eri sbagliato, ti stavo aspettando. Eri nell’elenco delle persone che sto per invitare a partecipare all’assemblea nazionale che svolgeremo a Pescara il 15 e 16 giugno. Mi raccomando, fai ogni sforzo per essere presente. Il numero sarà importante, perché stiamo per intraprendere una lunga lotta di liberazione (la consapevolezza della lunghezza non contrasta con la concretezza e il realismo) ed è necessario suscitare entusiasmo. E’ anche e soprattutto importante conoscere la qualità delle persone che verranno, per far crescere in noi la fiducia e l’impegno.
A presto
Stefano