Un'Italia più giusta, forse più socialista, certamente più razionale
di Sandro Marroni
Nella saletta del Comune, antistante il Municipio di San Vincenzo (LI) si è tenuto l’incontro tra l’A.R.S., presentata dal Prof. Stefano D’Andrea e la cittadinanza di San Vincenzo.
L’evento, organizzato dai soci Sandro Marroni e Vincenzo Tuve’, anche a causa del giorno lavorativo e di malanni stagionali, ha avuto alcune defezioni, compensate però dal vivo interesse degli intervenuti, i quali hanno seguito attentamente le lunghe e particolareggiate analisi del leader dell’A.R.S., che ha poi pazientemente risposto alle numerose e pertinenti domande della platea.
Proprio la preparazione “autodidatta” degli amici intervenuti su certi temi dimostra che le tematiche messe al centro del progetto A.R.S. come l’uscita dall’euro e dall’UE, siano oggi di estrema attualità, anche se pressoché ignorate dai media tradizionali ossia dal cosiddetto “mainstream”, fatto che però non ha impedito ad alcuni cittadini volenterosi di informarsi e di apprezzare l’offerta politica innovativa dell’ A.R.S.
L’Associazione Riconquistare la Sovranità non è l’unica a proporre certe soluzioni ma forse la prima che, al di là delle analisi, richiede alla gente anche un po’di quello “spirito” di militanza politica, così diffuso negli anni ’70 ma oggi “quasi” dimenticato e sostituito da partecipazioni “virtuali” fatte da dietro la tastiera di un PC, partecipazioni che, pur essendo certamente meglio di niente, rimangono sterili se non sono seguite da azioni “concrete”. Impegnarsi per l’A.R.S. significa credere in un progetto sovranista, che vuole riportare l’Italia alla piena sovranità economica (non solo monetaria), che l’Italia aveva ancora fino alla metà degli anni ’80 circa, quando era vigente tutta una serie di autoregolazioni “illuminate”, emanate in esecuzione Costituzione. Si tratta di normative che, insieme al carattere allora pubblico delle principali banche commerciali, “stroncavano” di fatto le rendite, salvando il paese dalla speculazione e consentendogli di tenere a posto i conti. E’ l’Italia che dobbiamo restaurare, pena una lunga agonia dentro un’Unione europea costruita nell’interesse delle banche, del capitale finanziario e dei gestori del medesimo e non nell’interesse dei popoli. Era un’Italia più giusta, forse più socialista, certamente più razionale.
Il ritorno alla Lira, fuori dai vincoli europei, significherebbe la rinascita di un paese, che oggi e’ solo uno sbiadito ricordo di ciò che è stato.