LA LOTTA DI CLASSE NELLA COSTITUZIONE

1962-07-07-piazza-statuto

Torino, Piazza Statuto, 7 luglio 1962

di Stefano D’Andrea

Il problema è: in un ordinamento costituzionale che riconosce la libera iniziativa privata, sia pure sottoponendola a vincoli, cosa è la coscienza di classe, come deve essere, quali le sue caratteristiche?

La coscienza è coscienza di un soggetto collettivo; quale deve essere, dunque, lo scopo sociale del soggetto collettivo?

Il PCI e il PSI proposero mai di abrogare i minimi tariffari e le altre tutele dei liberi professionisti (divieti di pubblicità e carattere personale della prestazione)? E proposero di abrogare le licenze di commercio?

Una politica della casa che faccia costare la casa (almeno) 1/3 in meno (200.000 euro anziché 300.000, per esempio) e eviti, quindi, le bolle immobiliari è surrogabile con una politica salariale? Quando li recuperi a livello di salario 5-6 anni di lavoro?

E in che misura è possibile recuperare la quota salari, accettando in tutti i settori la concorrenza internazionale e continuando ad importare manodopera di riserva?

E che ruolo ha una scuola che promuova la mobilità sociale e cioè consenta al figlio del salariato e dell’autonomo con basso reddito di fare un bel salto?

E che ruolo ha una industria pubblica nei settori strategici?

La coscienza di classe implica una risposta a queste e simili domande.

Print Friendly, PDF & Email

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: