La Lega di Salvini e il Fronte Sovranista Italiano
di Stefano D’Andrea
Mi chiedono di chiarire quali punti programmatici dovrebbero differenziare, secondo il mio punto di vista, il partito sovranista che l’ARS desidera e vuole concorrere a creare, da un lato, e la Lega, dall’altro. Molti no-euro che ci conoscono e credo ci stimino, infatti, non comprendono l’atteggiamento severo dell’ARS nei confronti della Lega.
Mi limito soltanto ad alcuni punti. Il partito sovranista dovrebbe sostenere:
1) lo statismo socialista nei settori strategici, che andrebbero nazionalizzati, socializzati, o sottoposti a controllo pubblico mediante la riscoperta delle partecipazioni statali, che sono state gloria dell’Italia;
2) una critica del grande capitale finanziario e della rendita non solo finanziaria, ma anche di quella urbana, la quale è in parte pulviscolare (molte persone comuni ne beneficiano, per corruzione, cointeressenza ignara con chi compie la corruzione, o fortuna);
3) l’esigenza di una nuova classe dirigente che il partito dovrebbe formare e selezionare (le classi dirigenti le formano e selezionano i partiti, sia nelle democrazie sia negli stati totalitari); se i partiti abdicano, entrano i Colaninno, i De Benedetti, i Bazzoli, i Serra, i Monti, i Passera, i Della Valle, le mignotte, i papponi, gli spacciatori, i cocainomani e i ruffiani;
4) dovrebbe essere antimoderno nelle strategie di comunicazione, nel senso di ricorrere a una efficace comunicazione delle proprie idee, rifiutando i trucchetti, spesso squallidi e pericolosissimi, suggeriti dal marketing politico. Per esempio la Lega, pur non sostenendo, da un punto di vista politico-legislativo, soluzioni razziste ai vari problemi posti dalla presenza degli stranieri irregolari, utilizza questi problemi per una propaganda che cavalca e diffonde il razzismo, ergendoli a primo problema degli italiani. Questo comportamento è verminoso e indebolisce e fa degenerare il popolo italiano;
5) dovrebbe sostenere una imposizione progressiva che arrivi, oltre un certo livello (500.000 euro?), anche al 90% dei redditi. Tutto ciò non avrebbe la funzione di fare gettito ma quella di fare giustizia. Ovviamente le imposte complessivamente dovrebbero diminuire e i ceti popolari e medio-bassi pagherebbero meno imposte, anche per lo spostamento del peso fiscale dalle imposte indirette a quelle dirette;
6) dovrebbe combattere il capitale marchio, in vari modi, rivitalizzando così il piccolo commercio e la piccola impresa, e sottoporre a trattamento fiscale diverso e molto più severo sia i proventi della pubblicità e delle sponsorizzazioni, sia la possibilità di dedurre le spese pubblicitarie (i costi per la pubblicità non sono costi di produzione e distribuzione);
7) dovrebbe fare della Scuola e della Università decisivi strumenti di mobilità culturale e sociale, rigettando l’autonomia scolastica e universitaria, centralizzando la disciplina dell’attività didattica, tornando a mettere al centro della scuola l’insegnamento delle discipline da parte degli insegnanti e l’apprendimento delle medesime da parte degli studenti. La valutazione dovrà tornare ad essere giusta e quindi giustamente severa. Chi non raggiunge i risultati minimi richiesti deve ripetere l’anno. Fare di tutto per far conseguire i risultati minimi è un conto ed è cosa giusta e sacrosanta, ma abbassare l’asticella o mandare avanti chi non ha dimostrato di saperla saltare è assurdo, rovinoso e in ultima analisi ultra-classista;
8) dovrebbe promuovere la riduzione al minimo del regionalismo, togliendo alle Regioni quanti più poteri la Costituzione del 1948 consentiva di togliere, combattere il macroregionalismo come una follia stupida ed eversiva e perseguire esclusivamente il localismo. Il localismo implica il centralismo, perché è lo Stato che promuove il localismo: la vita dei cittadini, a parte le grandi città, si svolge nella contrada, nemmeno nella provincia, che spesso è costituita da due, tre o quattro contrade;
9) dovrebbe sottrarre al grande capitale il potere di conformare l’opinione pubblica, l’animo, la psicologia e l’immaginario dei cittadini, sia mediante il trattamento fiscale della pubblicità sopra suggerito, sia promuovendo molte televisioni e radio a diffusione quantitativamente limitata;
10) dovrebbe perseguire la piena occupazione a beneficio di tutti coloro che vivono di redditi da lavoro, autonomi e subordinati;
11) raggiunto il potere, dovrebbe porre la questione della liberazione dell’Italia dagli occupanti statunitensi.
Come vedete, secondo il mio punto di vista, il Fronte Sovranista Italiano dovrà essere completamente opposto alla Lega.
Cari no-euro, volete restare immobili per i prossimi tre anni e mezzo in attesa di votare Lega, perché ha detto “no-euro” (ma sappiate che anche Renzi dirà no-euro e che l’Italia uscirà per decisione di Renzi e Berlusconi), e difenderla se qualcuno osa criticarla, perché bisogna criticare soltanto il PD (come un tempo bisognava criticare soltanto Berlusconi e successivamente soltanto il partito unico ma non il M5S)? O volete aiutarci a costituire il Fronte Sovrannista Italiano? Qual è la scelta che testimonia il vostro valore? E quale quella che sancisce la vostra pigrizia e la vostra accidia?
mi piace tutto,l idea……,ma non conosco la vostra conoscenza di macroeconomia, quindi non capisco cosa vogliate intendere per piena occupazione,come pensate di ottenerla?
Ciao Paolo. Per quanto riguarda la piena occupazione si potrebbe creare una holding dell’acqua, che sia qualcosa di corrispondente alla vecchia anas e bonificare tutti i fiumi e i laghi, ristrutturare tutte le case per raccogliere le acque fluviali ed evitare di utilizzare l’acqua potabile per gli sciacquoni,costruire (ad ogni attività sarebbe dedicata una impresa controllata dalla holding) depuratori, e rifare le fognature di tutte le città dove sono insufficienti. Poi bisognerebbe passare alle strade. Quante strade hanno bisogno di manutenzione? Quante scuole? Non sarebbe buona cosa convertire le abitazioni già esistenti per farle diventare eco compatibili? Non si potrebbe investire nella ricerca e sviluppo per far diventare l’Italia sempre più autonoma a livello energetico e meno dipendente dal petrolio? Notiamo sempre più allagamenti e frane e un motivo ci sarà. Non sarebbe buona cosa investire denaro pubblico per costruire nuove reti metropolitane nelle città più popolose? In certe città il traffico è insostenibile oltre che dannoso per lo smog. C’è bisogno di manutenzione anche per la rete ferroviaria esistente. Si potrebbe,inoltre, decidere di sostituire tutti gli autobus usati per il trasporto pubblico con autobus elettrici o ibridi. Quanti beni artistici dovrebbero essere più tutelati? Pensa a Pompei o pensa al soffitto sfondato della Reggia Di Caserta. Si potrebbe creare un portale internet efficiente gestito dal governo utile al miglioramento dell’offerta turistica nazionale. Un portale utile per i privati cittadini, agenzie di viaggio e tour operator. Si potrebbe sfruttare meglio la risorsa enorme dell’agro alimentare italiano. E’ inutile e dannoso comprare prodotti esteri che possiamo benissimo coltivare noi nelle nostre terre.
Questi sono solo esempi ma quanti posti di lavoro in più ci sarebbero a disposizione? Sappiamo benissimo che con questo sistema politico-economico i miei esempi sono pura utopia e sappiamo bene il perchè. Chi ha un’altra visione del mondo e del proprio Paese ha il dovere di dare il proprio contributo.
Se hai dubbi e vuoi saperne di più sulle nostre idee in campo economico e vuoi maggiori delucidazioni su aspetti tecnici ti metteremo in contatto con i soci A.R.S. più esperti in economia. Contattaci alla mail italiasovrana@gmail.com . Un saluto.
ma cosa ne pensate della questione nucleare?
Non abbiamo affrontato la questione e non abbiamo ancora elaborato un documento specifico sulle fonti energetiche. Ogni scelta in materia dovrà comunque avvenire nel solco tracciato dal dettato costituzionale (artt. 9 e 32) e con grossi investimenti nella ricerca. Ad ogni modo sul nucleare il popolo italiano ha deciso con un referendum.
Ma non credete che in qualche modo non ci sia stata una sorta di manipolazione, voglio dire farli l’anno dopo Černobyl prima e dopo Fukushima, non pensate che abbia fortemente influenzato l’opinione dei cittadini? Inoltre qui http://www.appelloalpopolo.it/?p=12251 avete giustamente messo in evidenza come ci fossero interessi stranieri nell’evitare l’autosufficenza energetica del paese, e che questi stessi attori non abbiano influenzato i media…?beh mi sembra proprio strano.
Vero che l’effetto Fukushima c’è stato, anche se non è detto che le cose non sarebbero andate comunque nello stesso modo, magari con diverse percentuali, ma quello di Fukushima è stato comunque un evento del tutto inaspettato arrivato a referendum già pronto. C’era invece chi (anche interessi stranieri) stava ben prima cercando di influenzare l’opinione pubblica con una massiccia campagna mediatica attraverso un finto dibattito: parlo del Forum sul nucleare, presentato come associazione no-profit, ma creato da aziende interessate alla costruzione dei reattori quali Ansaldo Nucleare, Enel e Edison, la statunitense Westinghouse e le francesi Areva e Edf.
Comunque, seppure credo che almeno in gran parte i soci dell’ARS siano contro il nucleare, ribadisco che una posizione ufficiale ancora non c’è.
Borghi, che è il responsabile economico della Lega, dice che nel programma ci sono anche la nazionalizzazione dei settori strategici, la produzione statale di beni attualmente importati e il perseguimento della piena occupazione!
Comunque, soltanto pensare di attuare una tassazione progressiva fino a 500.000€ implica l’accettazione che possano esistere persone che guadagnano così tanto! La tassazione non risolve niente, perché chi ha tanti soldi si sposta oltre confine, non se li lascia mangiare dalle tasse! Bisogna agire prima, non quando il guadagno è già avvenuto! E per farlo bisogna attuare tutte le misure possibili per spostare sempre di più la maggior parte dei profitti sui redditi da lavoro: quindi socializzando le imprese medio-grandi (i lavoratori partecipano alla gestione e agli utili), riducendo l’orario di lavoro (rendendo necessario assumere più personale), eliminando titoli di stato e qualsiasi altro mezzo per guadagnare senza lavorare, togliendo così importanza al capitale e dandola al lavoro.
Si,ho sentito Borghi dire quelle cose (durante la campagna elettorale) ma è dura credere che la Lega e i suoi membri più influenti condividano queste idee.Il tweet di Salvini ne è la prova.Senza la possibilità di controllare i capitali in uscita sarà dura evitare fughe dove la tassazione è più bassa. Purtroppo sappiamo come la pensa l’UE.
In questa discussione ho letto 11 punti che il partito sovranista dovrebbe sostenere ma non c’è un confronto con analoghe e opposte idee leghiste.
Una idea opposta la conosco perchè se ne è parlato tanto ultimamente ed è la proposta di tassazione al 20% di tutti i redditi.
A mio parere è senz’altro un’idea folle ma mi sembra altrettanto folle immaginare una tassazione che arrivi al 90% come ipotizzato da Lorenzo D’Onofrio.
Se sono qui a leggervi e mi interesso di questi argomenti è perchè le cose anche per me non vanno bene come per moltissimi italiani, quindi non sono e non sarò mai inscrivibile nella lista di chi guadagna anche solo 50.000 euro, ma il fatto che io sia uno spiantato non mi rende invidioso di chi è più ricco, anche tanto più ricco di me. Ipotizzare una tassazione al 90% è pura follia e non riscuoterà mai il favore di qualsiasi italiano che crede nella libertà di crearsi un proprio futuro impegnandosi per fare sempre di più e meglio e di farlo per sè e per i propri figli.
Se volete portare avanti proposte di questo tenore otterrete il grande successo elettorale che ha sempre ottenuto Rifondazione Comunista.
Ovviamente quella del 90% è una provocazione (ma negli USA c’è stata davvero un’aliquota così alta). Ricordo però che fino al 1982 abbiamo avuto 32 scaglioni, con aliquota massima al 72% (si era proposto anche l’82%) e ricordo anche che in quegli anni fare impresa in Italia non era così male.
La riduzione degli scaglioni e delle aliquote più alte, nel nostro paese e non solo, non mi sembra che abbia invece portato equità e progressi sociali.
Non si tratta di invidia per i ricchi, ma di necessario controllo sull’accumulo di capitale e sulla distribuzione della ricchezza.
Oltre un certo livello l’accumulo di capitale non significa più benessere, ma potere, potere economico, politico e mediatico, potere di prendere le decisioni al di fuori del processo democratico, potere di conformare la società e le istituzioni alle esigenze e desideri di pochi, insomma, tutto quello che abbiamo visto accadere negli ultimi decenni, guarda caso, da quando le aliquote più alte sono crollate.
Gocu, negli anni cinquanta negli Stati Uniti, non nell’URSS, si arrivava a quella percentuale.
Perché non spieghi quale è il problema? Che una persona che guadagna un milione di euro non lavorerebbe di più per guadagnare un milione e centomila euro (ricorda che parliamo delle imposte sulle persone fisiche e che le rendite si trasferiscono facilmente ai familiari)? E che problema è? Stai certo che ci sarebbe qualcun altro disposto a svolgere quel lavoro!
Tu guadagni forse un milione di euro? il 99% degli Italiani guadagna forse un milione di euro? E allora perché tu o altri dovreste temere queste misure che in realtà dovrebbero essere ovvie?
Perché siete ancora schiavi della ideologia diffusa dall’1% (tanti erano i liberali in Italia fino a trenta anni fa) e ovviamente considerata universale e giusta.
Fino a quando qualcuno non spiega al 99% degli italiani che ha ricevuto un diretto sul volto portato con immensa potenza e che da allora è stato stordito (non è stordito per nascita è stato stordito da un pugno) niente potrà cambiare. Con quella proposta ho soltanto preso uno straccio bagnato e con esso ti ho dato una frustata sul volto. Il fine non era far male. Il fine era svegliare gli storditi dal pugno liberista, incapaci anche di sapere qual è il proprio interesse economico e di difendere una posizione giusta, morale ovvia, banale, che è stata vigente negli Stati Uniti e quasi nella italia democristiana, soltanto perché essa è in contrasto con l’interesse dell’1% di italiani che ha steso e stordito l’altro 99%. Rifondazione comunista non c’entra proprio niente. Bertinotti una volta si disse “comunista liberale”. Noi non siamo liberali. Siamo fondamentalmente socialisti e patrioti.
Warning! Lo scrivo qui così se non avete tempo da perdere potete evitare di leggere: sono andato schifosamente OT rispetto al titolo di questo articolo.
Lorenzo, Stefano,
innanzitutto ribadisco, io sono un operaio, quelle cifre non me le sogno neanche e aggiungo che sono stato imprenditore e quelle cifre non me le sognavo neanche allora, ma questa mia esperienza in entrambe i ruoli mi permete forse di vedere le cose da una diversa angolazione.
Ribadisco anche che, nonostante il mio reddito non mi consente di comprare neppure una macchina nuova, non provo invidia per nessuno che guandagni onestamente 500.000 euro all’anno o anche dieci o venti volte tanto e che le cifre di cui stiamo discutendo non sono quelle che creano posizioni di potere capaci di dominare e deformare l’informazione e l’opinione pubblica. Oltretutto gli imperi dei grandi manipolatori che voi temete non si reggono sul reddito del “capitalista” al vertice che detiente il tutto, ma, appunto, dal suo capitale, che al 99.99% viene ricapitalizzato in imprese, finanziarie, holding e compagnia bella, quindi fuori dalla tassazione che volete colpire e di nuovo fuori dalla categoria che volete colpire.
Devo anche dire, Stefano, che non hai bisogno di darmi stracci sul volto, (a meno che tu non voglia litigare con me ;-D), da un paio d’anni leggo e seguo diverse discussioni su questi argomenti, molti dei quali sono nei blog che linkate qui a fianco. Voi direte “solo due anni” io dico che due anni sono più che sufficienti per capire, basta un po’ di impegno costante e la mente aperta.
Ritenete che il sistema capitalista sia intrinsecamente sbagliato? Sì per me lo è, ma aimè il sistema comunista lo è altrettanto (perchè una tassazione al 90% non è di sinistra, è comunista, non nelle parole, nei fatti).
Non sono qui a fare il saccente e a dirvi che io so cosa e come si deve fare, so bene di essere una persona qualunque, vi dirò solo il mio parere, per quello che vale. Non replicherò se innesco una sterile polemica.
Innanzitutto credo che il primo compito di una associazione come questa (e nella quale fino ad ora ho riposto le mie simpatie) dovrebbe occuparsi di unire un fronte comune a 360° all’insegna della tutela e del ripristino della sovranità nazionale e della costituzione, l’imposizione fiscale, seppur importante, non è argomento prioritario e non andrebbe neppure affrontato, proprio per evitare di creare dissensi come il mio e disperdere invece di unire.
Detto ciò, visto che ormai il discorso lo abbiamo iniziato tento di chiarire il mio pensiero al riguardo.
Perché non spieghi quale è il problema? Che una persona che guadagna un milione di euro non lavorerebbe di più per guadagnare un milione e centomila euro (ricorda che parliamo delle imposte sulle persone fisiche e che le rendite si trasferiscono facilmente ai familiari)? E che problema è? Stai certo che ci sarebbe qualcun altro disposto a svolgere quel lavoro!
Innanzitutto il progresso non arriva solo dal favorire la gente che lavora ma anche da non contrastare chi vuole fare di più, potrà dare fastidio uno che costruisce un impero industriale, ma di fatto se ci riesce è perchè è più bravo di me e del 99% della gente che non ci riesce e merita assolutamente di poterlo fare. Che cosa spinge la gente ad arrivare a tanto? Tante cose, l’orgoglio, la volontà, anche il potere certo, ma la maggior parte del merito va ai soldi, con tutto quello che rappresentano, lusso, divertimenti, futuro certo, desiderio di lasciare ai figli un’impresa e un futuro migliore….
Ora ditemi voi, uno arriva ad avere un reddito di 500.000 € (che netti diventano diciamo 250.000) e per guadagnare altri 250.000 € netti deve produrre un reddito lordo di 2.500.000 euro cioè cinque volte tanto lo sforzo che ha messo nel produrre i primi 500.000 €?
Ma chi cavolo glielo fa fare! Attenzione che non stiamo parlando di fatturato, stiamo parlando di reddito, quello che un imprenditore ottiene dopo aver pagato tutti gli stipendi dei dipendenti (dal più bravo al fannullone, e ne avrà sicuramente molti nel suo organico), fornitori, tasse sull’impresa e sugli immobili industriali, comprato macchinari, investito in innovazione e ricerca, con il rischio che tutto questo comporta, anche di perderci se si fanno degli errori.
Qui non si tratta di avere gli occhi offuscati da 30 anni di liberismo, si tratta di tenere a mente le aspirazioni degli esseri umani (che sono il motore dello sviluppo e del progresso), calmierando gli eccessi con una tassazione progressiva, ma senza arrivare a incomprensibili eccessi che non fanno bene a nessuno e non servono e rendere più equa la nostra società.
A supporto della mia tesi, faccio un piccolo esempio partendo dal basso. Nell’azienda dove lavoro capitano (sempre più raramente) periodi di picchi di lavoro che richiedono di fare straordinari, bene, la maggior parte dei miei colleghi, se appena appena riesce a vivere con quel che guadagna, non vuole fare gli straordinari e quando li fa mette le ore in conto recupero invece di farseli pagare. Perchè? Perchè sono convinti che la tassazione porta loro via troppo (30 – 40%) e che per portare a casa una miseria meglio non lavorare. Figuriamoci se uno deve pagare il 90% di tasse se non dice “ma chi me lo fa fare”!
Qualcuno mi dirà senz’altro “ma questo ricco sta già guadagnando 250.000 € netti all’anno, 50.000 € in più sui prossimi 500.000 non sono bruscolini, con quei soldi ci vivono due o tre famiglie di operai…”
No, per un ricco 50.000 € sono spicci e una tassazione così devastante non porta nulla di buono.
Aggiungo che è sbagliato pensare che se un ricco non si impegna a fare oltremodo il suo lavoro perchè ha raggiunto il limite da lui accettabile di tassazione c’è qualcun altro pronto a fare il lavoro che non vuole fare lui. Senza nulla togliere agli altri comparti, rimango nel comparto imprenditoriale/industriale, che è quello che traina lo sviluppo e la ricchezza di una nazione come la nostra. Le imprese che creano ricchezza sono quelle che emergono per idee brillanti, innovazione, sviluppo tecnologico, visione futura ed anche economia di scala, quella economia di scala che la piccolissima impresa non riesce ad ottenere. Non sto dicendo che sono favorevole alle multinazionali, ma non facciamoci trarre in inganno pensando che si possa competere nel resto del mondo solo con imprese di 30-50 dipendenti; la piccola impresa del nord (e io al nord ci sono nato e ci vivo) si è sviluppata, in larga parte perchè era di ausilio ad industria di media e grossa dimensione.
Non dimentichiamo che per poter importare energia e materie prime bisogna vendere all’estero almeno per pari valore e senza aviende strutturate per reggere la concorrenza non si regge per molto tempo il gioco.
Ripeto, non sono per le multinazionali ma neanche mi illudo che imprese che producono un reddito lordo di 500.000 € possono avere successo internazionale.
Avrei altro da aggiungere ma temo che sono già andato troppo oltre per le funzioni di un blog e per il vostro interesse.
Chiudo con due o tre considerazioni ancora su altri punti toccati nelle vostre risposte:
1° non sono sicuramente preparato sull’economia statunitense e sulla storia della loro tassazione, che la spinta neoliberista abbia portato ad un rapido crollo dei limiti di tassazione, ma il sistema economico e fiscale mi sembrano talmente diversi dal nostro da renderli difficilmente confrontabili. Se non sbaglio (ma potrei sbagliare clamorosamente) il reddito in america si calcola dopo aver detratto tante spese quotidiane il che rende il reddito imponibile più vicino alla quota di reddito non consumata (risparmio o capitale accumulato).
2° – i capitali che dobbiamo combattere non sono quelli da pochi milioni di euro l’anno, sono quelli della grande finanza mondiale, quella è la vera forza che è capace di distorcere qualsiasi realtà. un frammento facile per tutti da capire lo trovate qui (ma sicuramente non è una novità per voi) http://youtu.be/uWSxzjyMNpU?t=1m27s
3° – come combatterei io il capitale?
Ovviamente io butto là un abbozzo di idea senza pretendere di essere un economista, ma decisamente fuori dall’intenzione di formare un movimento/partito come il vostro, quindi solo pour parler.
Oltre, ovviamente, ad una legislazione molto restrittiva sui movimenti del capitale, combatterei il capitale finanziario principalmente utilizzando l’emissione di moneta: invece di farmi prestare i soldi da loro e garantirgli una rendita facile e sicura, lo farei utilizzando questa emissione di moneta per compensare il mancato introito fiscale facendo un drastico taglio dell’IVA, delle imposte sulle case (ad eccezione delle grosse immobiliari) e la totale detrazione del costo dell’affitto dal reddito degli inquilini.
Mettendo al riparo dall’inflazione il lavoratore dipendente con la scala mobile si otterrebbe, con l’aumentato benessere un aumento dell’inflazione che erode prevalentemente il capitale non consumato e si sa che i ceti bassi sono quelli che consumano tutto o quasi il loro reddito. I titoli di Stato con interessi sufficienti a coprire il tasso di inflazione potrebbero essere indirizzati ai cittadini italiani solo con un limite di x euro l’anno per ogni famiglia o contribuente. Anche in questo caso se ne avvantaggerebbero i piccoli risparmiatori e non le banche e le grosse finanziarie che, se vogliono, possono investire nelle imprese col loro bel margine di rischio come è giusto che sia.
Basta, basta, mi fermo qui.
Se siete arrivati in fondo vi ringrazio anche per l’attenzione e la pazienza!
Nessun problema per l’OT, il confronto è sicuramente interessante e costruttivo.
Intervengo brevemente per chiarire due cose:
– come ha ribadito Stefano, parliamo di imposte sulle persone fisiche e andando a vedere chi sono ci si rende conto che il nostro ragionamento fila: “Solo in 796 dichiarano un reddito oltre il milione. Supera i 500 mila euro lo 0,01 dei contribuenti” http://www.corriere.it/economia/11_settembre_05/fisco-reddito-milione_219dcb4e-d77c-11e0-af53-ed2d7e3d9e5d.shtml
– provvedimenti del genere si accompagnerebbero ad altre misure (vedere ad esempio i nostri documenti sul lavoro e sulla repressione della rendita finanziaria) e ad un piano di forti investimenti pubblici.
Ma quale confronto interessante e costruttivo!
Linkare un articolo che, tra le altre cose, diceva che “Sembra un po’ pochino se si considera che l’Italia è una delle più grandi economie dell’Occidente (nonostante la crisi)” pensi che serva a suffragare la vostra tesi?
Per me è l’esatto opposto.
Ho stampato e letto tutti i vostri documenti l’estate scorsa e nel complesso li ho trovati tutti interessanti e condivisibili, ecco perchè sono rimasto così deluso dal leggere questa incomprensibile “deriva” (ovviamente IMO).
A parte che dovremmo essere grati a queste 796 persone che nel 2011 hanno fatto una dichiarazione dei redditi così alta perchè indubbiamente la maggior parte di loro se avesse voluto avrebbe sicuramente potuto eludere la tassazione e/o, delocalizzando o sfruttando leggi globaliste, spostare i loro utili in altri stati e paradisi fiscali…. invece a leggervi pare proprio che queste 796 persone siano la causa dei nostri mali, che siano loro ad avre il “potere di prendere le decisioni al di fuori del processo democratico, potere di conformare la società e le istituzioni alle esigenze e desideri di pochi”.
A parte che se anche fossero state anche solo 100 persone o anche solo 10 il mio discorso non avrebbe fatto una piega, concordo che l’imposizione dovrebbe essere progressiva MA soprattutto equa e non oppressiva come pensate voi.
Il problemi dell’attuale sistema economico di stampo ultraliberista, ultracapitalista ecc., non sta nel reddito di 796 persone che dichiarano più di un milione di euro e nemmeno delle altre 3.641 che richiarano più di 500 mila euro. Caso mai sta nella incapacità di chi doveva difendere gli interessi dei lavoratori di capire chi era loro nemico e chi no, scagliandosi contro i redditi personali invece che contro i grossi colossi finanziari e la liberalizzazione di questo intero settore tanti danni e ingiustizia ha creato; invece che combattere i poteri delle lobbies (vergognosamente tollerati e osannati come benefattori a Bruxelles e anche in Italia) ma soprattutto perdendo clamorosamente la partita sulla distribuzione del reddito tra capitale e lavoro.
Occupatevi di questo, guardando però principalmente in basso, al lavoro e ai redditi bassi.
Riportate l’ago della bilancia della trattativa tra lavoro e capitale al centro, lavorando sull’occupazione, sulle tutele e sui diritti ormai negati ai lavoratori, toglieteli dal ricatto della delocalizzazione senza limiti. A quel punto se ci sarà qualche imprenditore capace di fare reddito personale oltre 10 milioni l’anno, di comprarsi ville o castelli e mega yacht non sarà un problema per nessuno.
Riformulo il mio pensiero. Se con questa associazione avete l’ambizione di unire le forze democratiche che hanno a cuore la nostra nazione e il suo popolo, all’insegna del ripristino della costituzione, evitate di prendere derive di stampo “becero comunista”, di quei Robin Hood che sono sempre stati i finocchi col culo degli altri, pronti a combattere e occuparsi dei ricchi fino a quando non diventano ricchi loro stessi, dopodiche guai a toccargli il loro gruzzolo (come già dimostrato dal “comunista liberale” succitato e non solo…).
E’ chiaro che fuori dall’euro ognuno prenderà la sua strada, non vi nego la possibilità di pensarla come avete descritto, ognuno è libero di scegliere la sua via, di riguadagnare consensi o di rimanere nel proprio margine, ma a me pare che state andando fuori dai limiti del sentire comune e state entrando in quello che, giustamente, il prof. Bagnai ha chiamato “il bar di Guerre Stellari” con grande danno per quello che è e dovrebbe rimanere il nostro obiettivo primario:
Togliere al potere finanziario, ai liberisti, ai mercantilisti e relativi neo… il loro più potente strumento di coercizione e distruzione dei popoli. E sapete benissimo qual’è.