Dal movimento al partito o all’alleanza sovranista*
di Stefano D’Andrea, da Appello al Popolo
1. Stato nascente
I sociologi qualificano la prima fase della nascita di un movimento con la formula “stato nascente”.
Gli elementi che caratterizzano questa fase sono l’idea di un’età dell’oro (in letteratura è chiamata così); lo sviluppo di idee, ossia di analisi e proposte; la diffusione di parole d’ordine; la nascita di riviste e in generale il diffondersi di pubblicazioni.
L’età dell’oro c’è. C’è l’idea che sia esistita un’età dell’oro: “quando eravamo sovrani” definirei la nostra età dell’oro. Come sempre, l’età dell’oro è in parte mitica, perché nessuno dimentica che l’Italia ha perduto la seconda guerra mondiale, e in parte reale. Né vi è tra noi chi neghi difetti e limiti della prima Repubblica.
Non siamo ingenui. Sappiamo che l’età dell’oro era in realtà soltanto un’età migliore, nella quale vi erano condizioni per lo sviluppo e per far fronte ai problemi posti dalla contemporaneità, sebbene non sempre fummo capaci di fronteggiare con adeguatezza tutte le questioni che il mondo contemporaneo poneva.
Le idee chiave ci sono. Le ha ripetute oggi Luciano Barra Caracciolo. Non sono uguali alle idee dell’ARS: sono le nostre stesse analisi e proposte.
Direi che sopra di esse c’è una teoria, che è questa:
i) riconquistata la condizione di sovranità, si aprirà una nuova era: tutto sarà possibile, perché la sovranità è la libertà dei popoli;
ii) la libertà non sarà arbitrio, perché sarà guidata dalla disciplina costituzionale dei rapporti economici; la libertà si eserciterà nei limiti e sotto la direzione della nostra Costituzione economica, da quasi trenta anni disapplicata ma per fortuna formalmente intatta; la sovranità non è un guscio vuoto ma sovranità nella Costituzione;
iii) dalla ultra-trentennale storia di attuazione della costituzione, fino al 1981, possono essere tratte le linee direttive lungo le quali esercitare la riconquistata libertà;
iv) riconquistata la sovranità in materia economica e implosa l’Unione euro-atlantica, non soltanto, come è ovvio, vi saranno maggiori democrazia e giustizia, vi saranno anche le condizioni per iniziare un cammino verso l’Indipendenza; come minimo saremmo (molto) più forti.
Abbiamo anche le parole d’ordine. Eccone alcune:
– repressione della rendita finanziaria (ossia liberazione dello Stato e del popolo dalla soggezione al capitale finanziario);
– gestione della moneta da parte dello Stato nazionale e, quindi, dipendenza della banca centrale dal Governo;
– possibilità e necessità di deficit di spesa;
– obiettivo primario della piena occupazione;
– stringenti vincoli ai movimenti dei capitali: una vera liberazione;
– reintroduzione della stabilità del rapporto di lavoro subordinato;
– accettazione della concorrenza internazionale soltanto nei settori e nella misura in cui essa non imponga la moria di aziende italiane o deflazione salariale e diffusione di rapporti di lavoro precari, che non consentano la progettazione di una vita dignitosa e la creazione di una famiglia.
Abbiamo anche le riviste. Le parole d’ordine, l’idea di un’età dell’oro, le analisi e le proposte sono avanzate e risuonano per lo più sui blog: le riviste contemporanee.
Dunque, tutti gli elementi che caratterizzano la fase di stato nascente sono presenti: età dell’oro, analisi e proposte, parole d’ordine, riviste.
2. Mobilitazione
Da un po’ di tempo è iniziata quella che in letteratura è considerata la fase successiva nello sviluppo di un movimento: la mobilitazione.
Non siamo ancora in grado di mobilitarci ma ci stiamo muovendo.
Le tante iniziative di Alberto Bagnai – che non è andato soltanto in televisione ma ha conosciuto persone in molte contrade, quartieri e città (e anche i suoi ascoltatori e lettori si sono conosciuti) – quelle dell’ARS – sedici incontri cittadini nel primo anno di attività; poi l’assemblea nazionale a giugno e dieci incontri regionali nel solo mese di settembre; e contiamo di organizzare 60-70 piccoli incontri cittadini, da svolgere entro dicembre -, le assemblee di Ross@ la quale è in “fase costituente”, questa di Reimpresa, il tour di Barnard e Mosler, la diffusa divulgazione di Epic, sono manifestazioni della mobilitazione.
Si deve convenire, tuttavia, che la capacità di mobilitazione è ancora debole. Siamo capaci di muoverci, invero, non di mobilitarci.
3. Consolidamento.
La verità è che la mobilitazione, come “seconda” fase di sviluppo di un movimento, soltanto dal punto di vista logico può essere distinta dalla “terza” fase, ossia dal “consolidamento”; il quale forse, in realtà, è piuttosto la seconda fase, anziché la terza. Infatti, se non si è giunti ad un certo livello quantitativo del consolidamento, ogni tentativo di significativa mobilitazione è destinato all’insuccesso, perché la mobilitazione massiccia di una “folla” omogenea (non parliamo poi di una seria mobilitazione elettorale, che presuppone addirittura la “Istituzionalizzazione”), presuppone già un certo livello di organizzazione.
Il consolidamento è la fase di nascita di un movimento in cui i gruppi, le riviste, gli amici con comuni idee danno vita a organizzazioni più solide: si consolidano, appunto. Oggi, al tempo della rete, non è necessario aprire sedi fisiche nelle varie città essendo sufficiente che le persone che appartengano al gruppo si vedano, facciano proselitismo, portino di volta in volta persone nuove agli incontri, svolti anche in luoghi privati, vadano a cercare le persone interessate nelle cittadine vicine, si conoscano, si stimino, riconoscano chi è capitano, perché lavora di più e prende iniziative e chi è soldato, perché lavora soltanto su sollecitazione, aprano blog o gruppi facebook cittadini o pubblichino sulle testate online locali.
Il consolidamento è la fase nella quale si muove dalla velleità alla volontà, dall’interesse all’impegno, dalle idee alla passione, che può rapire.
E’ iniziato il consolidamento?
Credo di si, anche se è soltanto agli inizi.
Considero manifestazione di consolidamento la costituzione dell’associazione a/simmetrie. Gli scopi limitati dell’associazione non tolgono che grazie ad essa i soci di a/simmetrie potranno contarsi, conoscersi e sapere dove sono ubicati, ossia in quali città sono presenti; dalla comunicazione soltanto verticale (visitatore del blog/Bagnai) si passerà alla comunicazione orizzontale (socio/socio). E’ un inizio, appunto.
Anche la nascita e la fase costituente avviata dall’associazione Ross@ è una manifestazione di consolidamento. Qui il limite è un certo fanatismo, che fa guardare soltanto alla tradizionale sinistra anche dove non c’è sovranismo – e quindi dove sono avversari o talvolta nemici. Ma c’è da sperare che il gruppo maturi. Qualche mente fine, come Mimmo Porcaro, dà fiducia.
Per quanto riguarda l’Associazione Riconquistare la Sovranità, essa è tutta dedita al consolidamento. Dopo l’assemblea nazionale di Pescara, alla quale hanno partecipato, provenienti da quattordici regioni, 140 persone, abbiamo organizzato 10 incontri regionali e ricevuto oltre cinquanta iscrizioni di persone che, chi più chi meno, militeranno. Ed ora ci apprestiamo a svolgere entro dicembre 60-70 incontri cittadini. Poca cosa direte voi. Ma gli altri come sono messi? E comunque mai si inizia mai si finisce.
Al contrario, mi sembra aver incontrato molti ostacoli il consolidamento tentato dagli studenti della ME-MMT. Mi auguro che qualcosa riprenda vita e che i soci imparino dai fallimenti passati, individuando le cause e riflettendo sulle medesime. Altrimenti, è fondamentale che almeno i migliori non assassinino il loro desiderio di militanza, che devono soddisfare iscrivendosi ad altre associazioni, o di divulgazione come per esempio EPIC, o politiche, come per esempio l’ARS. In ogni caso, qualora gli studenti della ME-MMT si riorganizzassero e limitassero lo scopo sociale alla ricerca di partiti tradizionali che abbraccino la ME-MMT, invitiamo gli studenti “politici” della ME-MMT (dal nostro punto di vista, i più maturi), ad affiancare alla militanza di divulgazione, una militanza politica vera e propria: le porte dell’ARS sono aperte (ciò vale anche per gli studenti “politici” della generica MMT).
Quanto a Reimpresa non so. Però ripeto che il consolidamento avviene nei territori. E’ là che ci si radica, si cresce, si inizia la cura del collegio elettorale, si sviluppa la militanza e possibilmente lievita la comunanza.
Altri gruppi, non li conosco a sufficienza.
4. Coordinamento.
Dobbiamo anche coordinarci? Si, se intendiamo il coordinamento in senso debole. No, se lo intendiamo in senso forte.
Cosa stiamo facendo oggi, se non attuare una forma di coordinamento? Ci conosciamo, ci stimiamo, ci parliamo e ipotizziamo iniziative comuni. L’ARS ha già svolto una iniziativa con Reimpresa in Sicilia e abbiamo almeno un socio in comune. Ha svolto due iniziative assieme ad Epic. Certamente in qualche incontro dell’ARS cercheremo di presentare il libro di Luciano Barra Caracciolo. Siamo andati ad incontrare in Abruzzo un nucleo di studenti della ME-MMT di Sulmona. Tutti ci conosciamo e ci parliamo sulle pagine sovraniste di facebook. E’ questo il coordinamento in senso debole.
Invece, il coordinamento in senso forte non ha alcun senso, perché, dato lo stato di sviluppo delle cellule del movimento sovranista, quel coordinamento non è logicamente e realmente possibile.
Si coordinano in senso forte – in vista di alleanze, fusioni o anche soltanto per svolgere assieme, organicamente, un gran numero di iniziative – soltanto le associazioni nelle quali siano ormai compiute le fasi dello stato nascente e del consolidamento. Insomma, si coordinano in senso forte soggetti collettivi realmente esistenti, capaci di mobilitarsi: soggetti collettivi vivi, vitali, sufficientemente cresciuti e che abbiano dato prova di disciplina, di vigore e di armonia.
Se ci proponessimo qualunque specie di coordinamento forte inganneremmo noi stessi. E cercando di attuare il proposito, sprecheremmo energie e ovviamente falliremmo.
Tengano sempre a mente gli amici di Reimpresa che essi, ancora pochi mesi fa, promossero un tentativo elettorale caratterizzato: i) dalla nomina (come chiamarla) di una candidata premier di una lista inesistente – prima assurdità; ii) dalla decisione di collocare la candidata premier della lista inesistente come capolista in tutte le circoscrizioni (cosa che, credo, neppure Berlusconi ha mai fatto; o l’ha fatta solo lui) – seconda assurdità; iii) dalla ricerca di alleanze con improponibili personaggi, come, per esempio, Magdi Allam, che oggi partecipa alle riunioni di Fratelli d’Italia – terza assurdità; iv) dalla rinuncia della candidata premier della lista inesistente, rinuncia intervenuta prima che fosse composta la lista: una rinuncia nei confronti di chi? – quarta assurdità.
Il nobile e arduo obiettivo che ci siamo prefissi impone di non sbagliare un colpo; figuriamoci se possiamo agire come dilettanti allo sbaraglio o progettare un’azione sapendo che le armi sono caricate a salve.
Coloro che intendono giungere alla istituzionalizzazione del movimento sovranista devono capire che il movimento si costruisce attraverso il lavoro nei territori. Soltanto così – grazie al lavoro nei territori – potrà essere completato il consolidamento e creata una seria capacità di mobilitazione anche elettorale. Una società fondata sul lavoro nasce dal lavoro di militanza.
5. Istituzionalizzazione
Quando un movimento si è consolidato – a rigore quando si sono consolidate le sue componenti – esso può istituzionalizzarsi dando vita ad un partito o ad un’alleanza di partiti.
Si può saltare la fase di consolidamento e costituire direttamente il partito o l’alleanza sovranista. No. Non si può. Ce lo dice non soltanto la teoria ma anche la storia: la teoria, d’altra parte, si forma sull’esperienza storica.
Reco due esempi.
Nel 1892 a Genova il movimento operaio e contadino diede vita al partito socialista. Il partito socialista nacque dall’apporto di oltre 200 associazioni e leghe di operai, di braccianti e di piccoli contadini. E ogni lega era rappresentata quasi sempre da un intellettuale. Per recare due esempi notissimi, Turati era il delegato della società braccianti di Codelbosco (Reggio Emilia) e della cooperativa braccianti di Castelbolognese (Ravenna) mentre Bissolati era delegato della Lega di resistenza dei contadini della provincia di Cremona e della Lega di resistenza di Chiavenna (Sondrio).
Esistevano dunque più di 200 realtà non virtuali, che univano uomini che vivevano in territori delimitati, i quali si conoscevano, avevano parlato tra loro, erano in grado di valutare chi fosse il rappresentante, e soprattutto che si erano organizzati, ossia consolidati.
Il secondo esempio è relativo al caso più recente. Il Movimento cinque stelle si è candidato in Parlamento coordinando centinaia di meetup, formatisi in un arco di tempo di cinque o sei anni, alcuni dei quali avevano sperimentato elezioni amministrative cittadine e regionali.
Prendiamo atto che la storia, come la teoria, e in fondo come la logica e il buon senso ci insegnano che la fase di consolidamento non si può saltare. Non si perviene alla istituzionalizzazione ossia alla creazione di un partito o di un’alleanza di partiti, senza che gruppi inizialmente piccoli abbiano prima proceduto al consolidamento.
Dunque, amici sovranisti, al lavoro nei territori! E’ questo ciò che dobbiamo fare. Il nostro è il tempo della militanza. Ripeto: una società fondata sul lavoro si costruisce soltanto con il lavoro di militanza.
Né bisogna credere che la pluralità di associazioni dalle idee comuni o simili sia un male. In politica non contano le idee isolatamente considerate, bensì le idee portate avanti da organizzazioni e uomini. Una offerta politica è composta da idee, organizzazione e uomini. Ben è possibile che un gruppo proponga delle idee e non aggreghi nessuno, mentre un altro gruppo, che propone le medesime idee, abbia enormi capacità di penetrazione e di aggregazione. La differenza starà, appunto nell’organizzazione e negli uomini. La pluralità è dunque un bene, perché consente a tutti di capire come bisogna organizzarsi, in base a quali principi, e quale gruppo abbia la capacità di esprimere la migliore classe dirigente.
Il movimento sovranista, infatti, ha un obiettivo chiaro: riuscire un giorno a rivolgere al popolo italiano una offerta politica nuova: idee sovraniste, una organizzazione e una nuova classe dirigente di livello elevato, la quale inverta la rotta seguita per venti anni dalla classe dirigente del partito unico delle due coalizioni (centrodestra e centrosinistra) e ponga fine a quello che, come credo tutti abbiamo compreso, è stato il secondo sciagurato ventennio della storia d’Italia.
* E’ il testo della relazione che Stefano D’Andrea avrebbe dovuto svolgere oggi 13 ottobre a Roma, nell’incontro organizzato da Reimpresa Italia e intitolato “Uscita dalla crisi”. Per ragioni di tempo l’intervento è stato notevolmente ridotto.
Prima di consolidarsi, mi si permettano due osservazioni:
1- "Possibilita' e necessita' di deficit di spesa". Non vorrei pero' che si passasse all'estremo opposto rispetto al "rigore" attuale lasciandosi andare a spese statali incontrollate.
2-"Stringenti vincoli ai movimenti di capitale". Giusto, soprattutto rispetto al casino attuale. Pero' non vorrei dover temere di essere perquisita passando il confine con la somma necessaria per un normale viaggio all'estero.
C'è sempre stato un limite di moneta che si poteva portare fuori nei viaggi.
Mentre non ha senso contestare il potere di spesa a deficit e in generale ogni potere, con il rischio che quel potere ssia mai esercitato.
Caro Stefano,
una sola correzione. Non siamo "studenti", a meno che non ci si indichi così come persone dedite allo studio, non per forza universitario 🙂
Per il resto sta nascendo un coordinamento nazionale e siamo fortemente radicati in 6-7 regioni d'Italia, in altre 6-7 stiamo crescendo, in 4-5 stentiamo. Non ero presente a Roma ma credo si possa, quantomeno, valutare la cosa. Erano comunque presenti altri memmters 😀
Caro Pierpaolo,
grazie dell'attenzione in primo luogo.
Studenti per me, che ho scelto come mestiere l'insegnamento, è un titolo d'onore. Tanto più quando non si tratta di studio "forzato" universitario, bensì di passione civile per l'approfondimento. Poi io sono anglofobico, quindi non mi convincerete a chiamarvi memmters 🙂
Sono stato informato con precisione sulle novità che vi riguardano, quando il testo era già stato scritto (e pubblicato su Appello al Popolo).
A Roma ho parlato con due di voi – con uno avevamo già dialogato per telefono – e sono rimasto felicemente sorpreso dal trovare una piena maturità e consapevolezza politica, che supera di gran lunga l'idea che ci si debba limitare ad offrire una analisi e una proposta economica ai politici di riferimento. Anzi confesso che grande è stato il mio entusiasmo.
Vi lascio per una quindicina di giorni ai vostri impegni, volti a costituire un coordinamento nazionale. Poi vi cercherò, per un progetto che ho in mente.
Anche se non parteciperò agli incontri sappiate che sono un Brigante antirothshildiano che svolge la missione "quotidiana" di divulgazione…..