11 ottobre 2012: l'ARS a Bari
di Maura Potì
Da tempo meditavo di organizzare un evento a Bari, città in cui vivo, per presentare il progetto dell’associazione a cui ho aderito fin dalla sua fondazione.
L’occasione propizia mi è stata fornita dalla pubblicazione dell’ottimo saggio di Marino Badiale e Fabrizio Tringali, entrambi soci dell’ARS, dall’intrigante titolo “La trappola dell’euro”.
Nella splendida cornice della sala consiliare della Provincia di Bari, giovedì 11 ottobre si è svolto l’evento strutturato come presentazione del libro e convegno, che da questo saggio ha preso il titolo.
Dopo una breve introduzione sulle finalità dell’incontro, ha preso avvio l’analisi di Marino Badiale dei veri motivi della crisi in Eurozona, attraverso la ricostruzione di fatti e dati di valore scientifico, riccamente supportati da fonti e note bibliografiche che chiunque è in grado di verificare.
L’enunciato utilizzato provocatoriamente nell’introduzione “La crisi attuale non dipende dal debito pubblico, bensì dall’euro”, lungi dall’essere un postulato, ha trovato presto più che una dimostrazione, e il pubblico ne ha riconosciuto la sostanzialità degli argomenti e compreso tutta la gravità delle reali conseguenze.
Il livello di attenzione del pubblico si è mantenuto alto e costante per tutte le due ore del convegno, anche da parte di chi dichiaratamente non informato sul contenuto e sulla portata dei trattati europei che hanno segnato l’inizio della vera crisi.
Stefano D’Andrea ha contribuito a stimolare il dibattito che è seguito alle due relazioni, con un interessante punto di vista sulle soluzioni per uscire dal debito pubblico.
Attraverso la disamina puntuale del regime giuridico sui tassi di interesse reale sui titoli del debito pubblico in vigore dal 1946 al 1980, ha messo in evidenza di quali strumenti giuridici disponeva e potrebbe ancora disporre uno Stato in grado di esercitare la propria sovranità politica, economica e monetaria.
Col ripristino di quel Regime di Repressione Finanziaria che controllava gli interessi reali (tenendoli al di sotto di una certa soglia, evitando che il credito a favore degli investitori in titoli di stato diventasse una vera e propria Rendita Finanziaria) infatti, lo Stato può finanziare la spesa pubblica, realizzare una politica economica improntata sull’equità e incrementare la crescita creando occupazione.
Nota a margine: nella soluzione prospettata da Stefano io vedo un felice punto di incontro con le teorie keynesiane…
E a proposito di questo, ho molto apprezzato la presenza in sala del gruppo MMT, con cui mi aspetto di consolidare amicizia e affinità di intenti.
L’appello di Stefano alla militanza, come unica via per l’impegno alla divulgazione e per la formazione di un movimento unitario di salvezza nazionale, accolto da un caloroso applauso finale, ha conferito all’incontro un valore di concretezza: più della metà degli intervenuti ha richiesto l’opuscolo informativo con i documenti di analisi e le proposte dell’Associazione (contribuendo con offerta libera) e con molti di loro sono stati avviati rapporti di collaborazione per l’organizzazione di altri eventi sul territorio. Alcuni si sono iscritti all’ARS, che forse avrà a Bari la sua prima sezione.
Ovviamente è un piccolo inizio, d’altra parte abbiamo appena cominciato a seminare: ora è necessario affrontare la vera fatica nei “campi”, con pazienza e determinazione.
Arriverà presto il tempo del raccolto.
Ci libereremo!
Dice qualcuno che la MMT è una teoria che risolve solo qualche problema a breve termine. E a lungo termine?
Rispondeva Keynes astutamente “a lungo termine siamo tutti morti”.
E come smentirlo? Al di là dell’astuzia della risposta, come preferisce sottolineare Truman, io credo che non ci sia altra valida alternativa a quella di restituire allo Stato la sua sovranità monetaria e la sua capacità di spesa a deficit!