Poesia sul PUDE

PUDE (Partito unico dell'euro)
di Massimiliano Moresco di ARS Liguria

Ero ancora un ragazzo imberbe
quando si affacciava tutto tronfio
un faccione quadrato e gonfio
ci avvertiva fiero e crasso
della prossima avventura:
in Europa eravamo entrati di misura!

Da un giorno all'altro l'italiano
s'è svegliato con un sorriso strano
c'era quel faccione assai contento
dalla qual eccitazione gli ballava il doppio mento,
ci decantava le meraviglie dell'unione
sotto l'egida di un unica bandiera blu,
non importava se la monetazione era straniera
tutti dovevano esultare e non preoccuparsi più!

I media anche allora non brillavano in iniziativa
e, quando capitò l'occasione di inchinarsi al padrone,
recitarono un coro che appariva un assolo
intonando peana sulle virtù dell'italiano nuovo;
i partiti baldanzosi s'abbracciavano a vicenda
e mentre la nazione si interrogava sulla nuova impostura
quei politici ripetevano cadenzando gaudenti il canto
"non vi preoccupate non c'è sventura
siamo forti e se non fosse per quella forzatura
adesso sarebbe davvero dura"

Ma il popolo s'accorse presto della fregatura
quella moneta era immonda spazzatura
perché la lira era nostra proprietà
mentre quelle nuova la dovevam comprar
e non importa se eravamo una potenza mondiale
ci hanno convinti che ci dovevamo piegare
e da paese ricco e opulento
siamo diventati pigs in un momento!

 

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