Crisi per tutti ma non per la speculazione finanziaria
Gaetano Colonna Clarissa
La chiusura del primo trimestre 2013 porta buonissime notizie all’alta finanza internazionalizzata. Goldman Sachs ha ottenuto un utile di 2,2 miliardi di dollari; Citigroup di 3,8 miliardi; Wells Fargo 5,7 miliardi; JPMorgan addirittura di 6,53 miliardi di dollari.
BlackRock, il gigante mondiale degli investimenti speculativi di cui ci siamo più volte occupati, ha toccato il record assoluto della sua storia, 3.900 miliardi di dollari in investimenti, con un profitto di 632 milioni di dollari, in crescita del 10 per cento.
Interessante il fatto che i guadagni di Goldman Sachs provengono in maniera determinante dalle sue attività di banca di investimenti: in particolare, la società ha dichiarato di aver beneficiato di un sostanziale rialzo, rispetto ad un precedente record di negativo, su operazioni mortgage-related e di leveraged finance.
Nel primo caso si tratta di operazioni legate a mutui, quelle che, come tutti ormai sappiamo, hanno determinato l’esplosione della crisi del 2008. Il che significa che il gioco continua, mentre 2,4 milioni di statunitensi hanno intanto perso la casa che avevano creduto di acquistare proprio con il sistema dei mutui cosiddetti subprime, una delle ultime invenzioni della finanza “democratizzata”.
Ma forse è ancora più interessante approfondire il leveraged finance. Cosa si intende con questo termine? “Leveraged finance, scrive il prof. Ian Giddy della università di New York, vuol dire finanziare una società o un’unità produttiva con un livello di indebitamento superiore a quello considerato normale per quella società o quel settore. Ciò significa che si tratta di un finanziamento ad alto rischio, e quindi più costoso di un normale prestito. Di conseguenza la leveraged finance è in genere utilizzata per ottenere un risultato specifico, spesso solo temporaneo: acquisire un’azienda, farla comprare dal suo management (buy-out), riacquistare azioni o finanziare un dividendo una tantum, investire in un bene in grado di generale denaro contante sufficiente a ripagare l’investimento”.
Non è difficile comprendere dunque quello che sta accadendo in tempi di crisi e la ragione per cui i maggiori responsabili di essa siano di fatto oggi gli unici a beneficiarne: stanno in sostanza comprando a prezzi stracciati i mutui di chi non riesce a pagare e le aziende colpite dalla crisi.
Per completare il quadro, Goldman Sachs dichiara che i suoi buoni risultati sono dovuti anche al fatto che la società “è molto focalizzata sul controllo dei costi” oltreché in un’efficiente gestione dei capitali. Lo dimostra il fatto che nei primi tre mesi dell’anno ha già licenziato 400 dei suoi 32.000 dipendenti.
Una volta di più, il lavoro e l’economia reale sono abbandonati al saccheggio di questi master of the universe, come essi stessi si definiscono.