La Bolla monetaria e la corsa dei lemming

Di Truman

Propongo la versione riveduta di un articolo già apparso su Comedonchisciotte, perché continuo a vedere discorsi surreali, mentre la crisi italiana si avvita e comincia a produrre effetti irreversibili.

L’economia è in prima pagina oggi su tutti i giornali italiani, ma non mi sembra che punti ai veri problemi, anzi quasi tutto ciò che vedo è sostanzialmente depistaggio.
Un esempio può essere l’articolo di Brancaccio, “Sinistra, occorre una strategia per uscire dall’euro” che ancora una volta riporta temi triti e ritriti.

In questo articolo come in tanti altri, manca sempre l’analisi di fondo della crisi, si studiano le pagliuzze per cercare di prevedere il futuro. Ha qualcosa del pensiero magico questo modo di ragionare, come quelli che studiano i fondi di caffè nella tazza per vaticinare.

Bisogna ritornare agli elementi di base. Proviamo a elencarli ordinatamente.

1) Nel mondo c’è un eccesso di denaro colossale, nato dai profitti della finanza, lasciata libera di speculare alle spalle dei popoli. Questo eccesso di denaro non è più controllato dal mondo reale (l’economia reale delle persone), ma lo influenza pesantemente.

2) Questo eccesso di denaro si configura come una bolla, una corsa a far crescere in modo spropositato il valore di qualcosa, come avvenne in Olanda nel 1600 con la bolla dei tulipani. La bolla attuale non ha più un oggetto reale di riferimento, tramite il gioco dei derivati si è creata una bolla monetaria pura. (Del resto la crisi dei subprime negli USA era già una bolla monetaria, erano sopravvalutati i mutui più che le case).
In questa bolla monetaria, il denaro viene valutato più delle attività umane che l’hanno generato e per le quali dovrebbe fungere da mezzo di scambio. Il denaro è diventato un valore in sé, che pretende di avere il diritto di distruggere persone, aziende, stati interi, per mantenere il profitto degli strozzini. Ma il meccanismo si sta inceppando.

3) La globalizzazione ha fottuto il capitalismo. Per lungo tempo un sistema basato sul profitto criminale ha potuto mostrare la sua faccia buona (il benessere dell’occidente) mentre produceva sangue e disperazione nelle colonie (il terzo mondo schiavizzato tramite la finanza). Alla lunga tutte le linee di circolazione si sono richiuse ed il sistema criminale sta colpendo sul proprio cuore, i centri della finanza. Il tentativo di queste elites imbecilli è di spremere i popoli per rimpolpare le banche. Ma non c’è più trippa per gatti.
Più spremi le popolazioni e meno denaro entra in circolo (il caso della Grecia è esemplare).
Il sistema è fallito. Si può solo tentare di gestire il fallimento, se i criminali della finanza accettano di essere messi nell’angolino.

4) Per uscire dalla crisi bisogna sgonfiare la bolla finanziaria, oppure essa esploderà all’improvviso. E siamo molto vicini a questa esplosione.

5) Le persone che hanno creato questo stato di cose sono da tempo incapaci di controllare il processo. Sono solo capaci di gonfiare la bolla sperando che regga un altro poco (1). Vanno rimosse.

6) Non tutte le elites sono d’accordo in questa corsa dei lemming alla distruzione. Sanno che l’uscita dalla bolla può essere una guerra mondiale che lascerà solo cocci, oppure un’esplosione comunque devastante per tutti.

7) Se si vuole tentare di sgonfiare la bolla bisogna fare esattamente il contrario di ciò che è stato fatto finora: bisogna ridurre la quantità di moneta circolante (con fallimenti controllati di banche e finanziarie) e ridurre la sua libertà di movimento, quindi è opportuno tornare a valute nazionali ed a banche più piccole, basate sul territorio (e sull’economia reale).

8) La Germania non necessariamente sta lavorando contro di noi nel sostenere l’austerità. Sicuramente sta lavorando contro la crisi e non a suo favore. I crolli di borsa sono diminuzioni di denaro circolante e quindi lievi sgonfiamenti della bolla.
La Germania sa bene che il crollo dell’euro sarebbe molto dannoso per i tedeschi, ed insistere nell’austerità porterà ad un crollo dell’euro.
Ma finanziare ulteriormente le banche facendo finta di aiutare gli stati è ancora peggio. E la Germania è pronta in qualsiasi momento a tornare al marco, che non è mai uscito di corso. Ha la sua uscita di sicurezza.

9) Gli USA rischiano grosso. A loro serve che ci sia l’euro e che tale euro sia debole, in modo da non affossare il dollaro. Se salta l’euro salta anche il dollaro ed il sistema delle grandi banche d’affari internazionali (quelle che creano solo danni). Non è detto che le piccole banche locali non sopravvivano a tale crollo e potrebbero anche averne vantaggi dopo un po’. Dipende se gli Stati ricominciano a fare il loro dovere.

10) Un possibile accordo con le elites potrebbe essere di fare scoppiare le grandi banche d’affari dopo aver isolato un piccolo nucleo destinato a sopravvivere dal resto destinato al fallimento (la good company e la bad company). Per loro potrebbe essere un’opzione molto migliore del crollo improvviso che si può verificare in qualsiasi momento.

11) Un discorso ricorrente è che la Germania (che nei media psichedelici di oggi è sempre personalizzata dalla Merkel) è nostra nemica perché si arricchisce con le nostre difficoltà. (Una mantra analogo di un anno fa era la Cina che fa dumping sui suoi prodotti uccidendo le possibilità di vendita per le nostre aziende). In realtà la Germania (come del resto la Cina) fa correttamente il proprio interesse. Il problema è che in Italia nessuno fa il gioco dell’Italia.

12) Che fare? La risposta è sempre il motto strategico dei no-global, bisogna pensare globale ed agire localmente, il che si traduce nell’estromettere i Quisling della finanza fallita e chi li sostiene, ritornando al territorio, alle persone, alle aziende, alla società. E alle competenze che si oppongono ai chierici della religione economica e ai servi dei mass-media.

13) L’Italia cosa può fare? Se ci fosse un capo di stato responsabile in questo momento lavorerebbe per nazionalizzare la Banca d’Italia e preparare la circolazione della lira o altra valuta nazionale (preferibilmente in parallelo all’euro). Il fatto che Monti e Napolitano non ci pensano minimamente significa che dovremo levarli dalla loro poltrona. E non sarà certo Bersani che ci salverà. Dobbiamo trovare rapidamente una nostra uscita di sicurezza. Oppure prepariamoci a fare la fine dei lemming.

Truman

Note:

(1) Un caso esemplare (100 miliardi di aiuti alle banche spagnole evaporati nell’arco di 24 ore) era discusso il 12 giugno su Comedonchisciotte:

Mercati psicopatici.

 

Print Friendly, PDF & Email

Potrebbero interessarti anche...

3 risposte

  1. Lorenzo ha detto:

    A conferma di quanto esposto, come anche di un articolo che pubblicai io su Appello al popolo (http://www.appelloalpopolo.it/?p=6756) è apparso un “appello ai cittadini” redatto da 160 economisti di lingua tedesca contro il meccanismo di condivisione del debito lasciato intravedere dall’ultimo consiglio europeo:

    http://www.dw.de/dw/article/0,,16076729,00.html
    http://www.cdt.ch/mondo/economia/66076/160-economisti-tedeschi-contro-ue.html

    In sostanza vi si dicono le stesse cose menzionate da Truman: “vincitrici sono le banche. A rimetterci saranno i contribuenti tedeschi […]. In questo modo ci si limita a garantire i capitali depositati nelle banche. E’ la via sbagliata: ‘le banche devono poter fallire’. A profittarne saranno gli speculatori di Wall Street e della City londinese, nonché le banche a un passo dal fallimento”.

    Nel caso che i contribuenti del nord vengano costretti a sacrificare risparmi e pensioni per sostenere i bilanci statali del sud (in realtà per tenere assieme la truffa globale della globalizzazione finanziaria) “lotte e rancori ne saranno la conseguenza inevitabile. Né l’euro né lo spirito europeista possono essere salvati garantendo i debiti accumulati dalle banche”.

    Ecco il testo originale dell’appello:

    http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/protestaufruf-der-offene-brief-der-oekonomen-im-wortlaut-11810652.html

  2. paolo mario ha detto:

    Agire localmente vuol dire tutto e niente. La radice del problena era,è e purtroppo resta il SIGNORAGGIO in quanto grazie alla sua esistenza la filosofia marcia e degenerativa della finanza trova la sua unica vera BASE di sostegno. Omettere di menzionare la parola SIGNORAGGIO quando si tratta della “crisi” significa complicarsi bellamente la vita,questo è poco ma sicuro. Ma…a che gioco giochiamo dico io??

    • Truman ha detto:

      Agire localmente può essere un termine troppo vago, ma non vuol dire tutto. In particolare vuol dire che non serve organizzarsi per esportare la democrazia in altri paesi, né andare in giro per il mondo ad aiutare gli affamati tramite qualche ONG.
      L’idea poi che tutti i problemi si riducano al signoraggio e quindi tutti i problemi possano essere ricondotti ad un’unica parola, mi lascia molto dubbioso.
      Personalmente penso che il signoraggio sia uno dei problemi, ma la nostra parola chiave è sovranità, non signoraggio. E comunque la parola sovranità la intendiamo con riferimento al documento di analisi e proposte.

      Più in dettaglio, credo personalmente che la proprietà della moneta sia del popolo e che andrebbe posto un vincolo costituzionale per evitare che la sovranità monetaria (il potere di battere moneta) possa essere delegata alle banche. Il potere monetario per me è uno dei poteri fondamentali dello Stato e questo ruolo della moneta andrebbe esplicitato nella Costituzione.

Rispondi a Truman Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: