Jean-Claude Trichet: il meglio è passato (ovvero LagERF Europa)

Trichetdi Andrea Franceschelli, Lorenzo D’Onofrio e Alessandro Greco (ARS Abruzzo)

Il 07/05/2014 l’ex Presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, in visita presso il Parlamento europeo, ha rilasciato una serie di interviste che gettano ombre inquietanti sul destino dell’Europa e che, purtroppo, ci paiono tristemente in linea con le recenti affermazioni del ministro Pier Carlo Padoan.

In una di queste interviste (della quale riportiamo trascrizione e video integrali) il predecessore di Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea ha stilato un bilancio delle scelte adottate, durante gli ultimi anni della sua Governance (2008-2011), per fronteggiare la crisi finanziaria, illustrando la sua visione circa i futuri indirizzi della politica economica dell’Unione Europea.

Incalzato dalle domande di una giornalista tutt’altro che accondiscendente, l’ex banchiere centrale ha incarnato tutta la freddezza e il cinismo del progetto di “integrazione” europeo, rivendicando senza mezzi termini:

– che nessun errore nella gestione della crisi è stato effettuato da parte della TROIKA;

– che il Fiscal Compact si applicherà e non ci sarà mai più la possibilità di effettuare deficit di bilancio, ma solo pareggi;

– che se la Grecia si comporterà bene, i creditori, in via del tutto eccezionale, allungheranno i tempi di rientro del debito;

-che la Bce non sarà mai prestatore di ultima istanza e continuerà a prestare soldi solo alle banche e non agli Stati;

– che l’economia reale sarebbe in ripresa (?);

– che il debito pubblico europeo va ripagato e GARANTITO (leggi ERF o DFR);

– che le banche non potranno mai pagare i propri errori, altrimenti si verificherebbe una catastrofe sul modello “Argentina” e, in conclusione, che da questo momento in poi gli Stati dovranno filare dritto e continuare a percorrere la strada delle riforme strutturali, tra cui la distruzione dei diritti dei lavoratori.

In un’altra intervista rilasciata al giornale Francese nicematin.com lo stesso Trichet, facendosi beffa degli elettori europei che si recheranno alle urne il 25 maggio per eleggere un Parlamento europeo privo di effettivi poteri, ha “assicurato” che, in futuro, l’assemblea avrà un “più importante ruolo da giocare”.

Di seguito riportiamo la trascrizione integrale della video intervista rilasciata da Jean-Claude Trichet:

Trichet: Stiamo attraversando un periodo molto difficile da cui iniziamo gradualmente ad uscire. A mio avviso i progressi del Portogallo vanno considerati come un successo, un successo molto importante. Ma ovviamente è il risultato di misure molto severe e dolorose. Questo perché all’inizio l’economia era molto instabile in Portogallo, come negli altri paesi colpiti dalla crisi.

Giornalista: Però i debiti pubblici sottoposti alle misure della Troika sono esplosi. E non parlo solo della Grecia, ma anche di Portogallo e Irlanda. All’inizio della crisi Greca lei era contrario alla ristrutturazione di parte del debito ellenico. E’ stato un errore?

Trichet: La posizione che ho preso è stata chiaramente la posizione adottata dal Board della BCE. Ci trovavamo davanti un paese, in questo caso la Grecia, che doveva dimostrare di essere in grado di riprendere in mano le redini per tornare competitivo. Era un passo che andava fatto prima di ogni altra misura, perché alleggerire il debito imponendo perdite ai creditori della Grecia, non avrebbe causato solo un disastro, ma avrebbe sancito la perdita di credibilità della Grecia.

Giornalista: Un anno e mezzo dopo, periodo in cui le varie banche si sono disfatte dei bond greci, questa ristrutturazione è avvenuta. Se fosse stata fatta prima forse si sarebbe evitato il contagio ad altri paesi.

Trichet: Non sono assolutamente d’accordo. Col senno di poi è sempre più facile fare certe considerazioni, ma personalmente ritengo che le decisioni prese sono state la migliore risposta possibile nelle terribili circostanze in cui ci trovavamo. Non dobbiamo mai più trovarci nelle condizioni di avere un deficit vicino al 15% del PIL nella bilancia dei pagamenti correnti e un deficit fiscale sopra il 15.5% del PIL. Queste erano le condizioni insostenibili della Grecia e vanno evitate ad ogni costo.

Giornalista: Questi Paesi ripagheranno il debito, oppure dopo le elezioni si stabilirà che non è un’ipotesi plausibile e sarà quindi necessario trovare soluzioni alternative, già in fase di discussione?

Trichet: Come lei sa, nel caso della Grecia, che è un caso molto particolare, i paesi creditori hanno dichiarato che se la Grecia confermerà le misure adeguate e porterà avanti il suo piano di rientro nelle giuste condizioni, allora potrebbero fare un ulteriore sforzo, che potrebbe configurarsi in un considerevole prolungamento del credito e una riduzione dei tassi di interesse.

Giornalista: E’ arrivato il momento di parlare di un nuovo ruolo per la BCE?

Trichet: In Europa, i finanziamenti sono operati principalmente dalle banche. Per questo la BCE si è concentrata sul finanziamento delle banche fornendo liquidità illimitata ad un tasso fisso. Illimitata vuol dire che fornisce garanzie, quindi ogni banca europea può disporre di tutta la liquidità di cui desidera.

Giornalista: Il debito pubblico europeo va ripagato? Oppure come avviene in Giappone e negli USA rimane dov’è e quindi non ha senso… ?

Trichet: NO! NO! NO! Negli USA, in Giappone o in Inghilterra è impensabile non ripagare il debito, perché il sistema del credito crollerebbe immediatamente.

Giornalista: Quindi la nuova norma (fiscal compact ndr) che vuole ridurre il debito pubblico al 60% del PIL in 20 anni in linea con i parametri di Maastricht, per lei è ancora attuabile?

Trichet: Certamente, con l’appoggio dei creditori: a eccezione della Grecia – l’unico paese per cui si è detto che a causa delle circostanze in cui si trova, saranno previsti degli sforzi particolari – tutti gli altri Stati devono GARANTIRE che ripagheranno i creditori. In questo modo si ripristina la fiducia ed è per questo che si stanno concedendo ulteriori prestiti a Spagna Portogallo e Irlanda.

Giornalista: il problema è che non c’è la ripresa: questi Paesi si affannano a pagare gli interessi, mentre l’economia reale non riparte.

Trichet: NO! NO! NO!

Giornalista: Beh, è la situazione…

Trichet: Non concordo al momento l’economia reale è in ripresa!

Giornalista: E’ stato in Grecia ultimamente?

Trichet: Parlo dell’Europa.

Giornalista: O in Irlanda, Italia, Spagna o Portogallo?

Trichet: NO! NO! NO! Come lei sa, ci sono stati dei gravi problemi in passato.

Giornalista: L’alternativa era far pagare le banche, ma non è passata.

Trichet: NO! L’alternativa era la catastrofe totale [espressione della giornalista stupefatta]. E per avere un esempio di questa catastrofe completa basta guardare in America Latina, in Argentina. Di conseguenza i Paesi hanno saggiamente evitato il disastro totale. Adesso sanno che devono operare con grande tutela negli anni a venire e ora hanno corretto gran parte dei loro errori per quanto riguarda i grandi deficit, e ovviamente, sanno di dover continuare il percorso di riforme strutturali per l’occupazione , soprattutto giovanile. Non dimentichiamo che il problema della disoccupazione, uno dei più gravi tra i problemi legati al lavoro, in alcuni paesi è dovuto a difetti strutturali del mercato del lavoro.

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