CLASSE DIRIGENTE: DAI PEGGIORI AI MIGLIORI

giuramento_governo_renzi_1di Stefano D’Andrea

Quando parlo e scrivo di classe dirigente non alludo a quattro o cinque o dieci persone, bensì ad alcune migliaia, anzi direi decine di migliaia.

La mia tesi è che con la scomparsa dei partiti, verificatasi con tangentopoli – salvo la Lega e in qualche regione il PD, quelli che abbiamo e abbiamo avuto negli ultimi venti anni non sono partiti, ma centri di potere locali e nazionali – il livello della classe dirigente italiana, che già era degenerato almeno dalla metà degli anni ottanta, sia collassato.

La selezione dentro i partiti e l’elezione da parte dei cittadini sono i due strumenti che nelle democrazie devono garantire la scelta dei migliori.

Orbene, senza più selezione dentro i “partiti” e con sistemi elettorali assurdi (sindaci appoggiati da 10 liste; preferenza unica; indicazione del presidente del consiglio e del presidente della regione sulla scheda; premi di maggioranza; listini e listoni di nominati, ora capilista bloccati), siamo giunti dapprima ad ELEGGERE L’UOMO MEDIO, nel senso che se avessimo proceduto al SORTEGGIO dei cittadini, effettuato dopo un attento calcolo statistico-attuariale, saremmo pervenuti al medesimo risultato, e infine ad ELEGGERE I PEGGIORI.

Effettivamente si ha l’impressione che in moltissime città e cittadine i consiglieri comunali siano i primi fra i cittadini per ignoranza, per tendenza a delinquere, per grettezza, per incapacità di leggere e interrogare un testo normativo, per uso di cocaina, per fallimenti professionali, imprenditoriali o familiari, ovvero per presunzione pur essendo insignificanti. Il medesimo discorso vale per moltissimi deputati e senatori. Insomma tutto congiura perché i peggiori arrivino al potere.

Senza ricostituire veri partiti, che svolgano la fondamentale funzione di FORMAZIONE E SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE (nonché di CRESCITA di tutta la base militante e simpatizzante), e senza tornare a lineari e puri sistemi elettorali proporzionali con sbarramento, preferibilmente con due preferenze e senza parità di genere o altre porcherie simili, non riusciremo a LIBERARCI DEI PEGGIORI E A ELEGGERE I MIGLIORI.

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